Girifalco e il suo ospedale psichiatrico, quando una comunità che accoglie fa la storia (CON VIDEO)

Grande successo per la proiezione del docu film “Uscirai sano”. Mercoledì prossimo si fa il bis  

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    di Maria Rita Galati 

    Davanti allo schermo del Cinema Teatro Comunale, i fotogrammi scorrono in un silenzio irreale, come quello che avvolge i luoghi sacri. Tiene in apnea un ossequioso rispetto delle vite raccontate e del lavoro sudato per dare parole e volti a spiriti inquieti e sofferenti, quelli degli “ospiti” dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Girifalco.

    Le storie si incastonano nel vento – quello che secondo la psichiatria del primo Novecento turbava i pensieri e provocava la malattia mentale – spinte da musica e sospiri. E la platea attenta e complice resta immobilizzata dall’emozione

    Tra gli spettatori che sono riusciti a rientrare nel primo turno di proiezione, visto che le richieste superavano di gran lunga i posti disponibili e gli sfortunati sono rinviati a mercoledì 27 settembre sempre alle 20.30, tanti vengono da Girifalco.

    E’ come ritrovarsi di nuovo, ancora e ancora, davanti a quella scritta “Uscirai Sano – Sanus Egredieris”, la frase scolpita nella pietra nel 1881, quando viene inaugurato l’Ospedale Psichiatrico.

    “Uscirai Sano” è il film documentario di  Barbara Rosanò e Valentina Pellegrino presentato dall’associazione culturale Kinema che racconta attraverso gli occhi del protagonista Angelo, interpretato dall’attore Antonio Marinaro, i cento anni dell’Ospedale Psichiatrico di Girifalco, ripercorrendone la storia, i progressi scientifici ma soprattutto le tante vicende umane dei pazienti che lo hanno abitato con le loro speranze.

    Quella scritta è nello stesso tempo una promessa, una illusione, e la traccia su cui si muove l’identità di tutti i girifalcesi, legata alla sua diversità fatta di integrazione dove le differenze si annullano e l’altro diventa parte di una famiglia allargata senza pregiudizi né paure. Girifalco diventa un luogo dell’anima, una zona franca dei buoni sentimenti che popolano la vita reale e fanno di un paese una comunità e nella pellicola di Barbara Rosanò e Valentina Pellegrino ci sta la vita vera di Girifalco e dei suoi cittadini che si cercano e si ritrovano in quei bambini che giocavano a pallone nel campetto costruito all’interno dell’ospedale; nel volto delle infermiere che ricordano con dolore il momento degli elettroshock; della teglia di pasta al forno in più da destinate al pranzo della domenica “do paisa de pazzi”.

    La storia raccontata da Barbara Rosanò, che incanta in bravusa e commuove con quel sorriso luminoso di passione ed entusiasmo che l’imbarazzo non riesce a nascondere, è quella di un piccolo paese del Mezzogiorno che ospita una grande struttura in grado di produrre, nell’arco di decenni, una rivoluzione nella cura della malattia mentale. Qui i pazienti ritenuti idonei usufruiscono del sistema open door: possono uscire e vivere il paese, generando una contaminazione unica tra il mondo interno dell’ospedale e quello esterno della comunità. Un ambiente complesso dove convivono solidarietà, paura, amicizia e solitudine. Dentro c’è il racconto di un pezzo di vita di chi da Girifalco è passato, e tante cose sfuggite, come la rivolta che negli anni ’70 fu inscenata da residenti e pazienti, mobilitati dal parroco del paese, per scongiurare la chiusura dell’Ospedale, che avrebbe significato penalizzare l’economia e lo sviluppo del comprensorio.

    Le riprese, durate 12 giorni, si sono svolte tra le mura dell’ex ospedale (grazie alla disponibilità del direttore Ritovato e di tutto il team) e la parte antica del paese di Girifalco.

    A mettere l’accento sul valore di un docufilm che mette in rilievo i valori e le positività di una bella Calabria che in tempi di drammi legati all’immigrazione e respingimenti contiene in sé il dna dell’accoglienza e dell’integrazione, oltre la paura del diverso e della diversità specie se legata alla malattia mentale, la giornalista Emanuela Gemelli. Il direttore della sede Rai della Calabria, Demetrio Crucitti, ha voluto rimarcare come il docufilm della Rosanò sia “un lavoro che, oltre a restituire dignità agli ospiti del ‘Manicomio’ di Girifalco, porta il proprio prezioso contributo a “far finire la rassegnazione, l’individualismo e l’indifferenza. E’ un lavoro importante per la valorizzazione delle realtà locali belle e positive che popolano la regione”

    La presentazione di una grande squadra che ha partecipato al progetto, è dovuta e tocca a Barbara chiamare i presenti e salutando gli assenti forzati: oltre l’altra regista Valentina Pellegrino (Amore criminale e Chi l’ha visto); il direttore della fotografia Victorr Torrefiel Vicente (D-Max, Rai, Thelma e friends). La troupe, solo in parte calabrese, ha gestito la post produzione tra Catanzaro, dove è stato curato l’audio dalla Media Land di Francesco Silipo, e Roma con Simone Settimi che si è occupata del montaggio, in collaborazione con le registe.

    La scenografia è firmata dallo scultore Paolo Migliazza, mentre la sceneggiatura è dello scrittore e sceneggiatore Nicolò Mazza de Piccioli. I costumi del maestro Orlando Cimino sono in parte d’epoca. Produttore esecutivo Marco Trocino e per il trucco Patrizia Michienzi.

    “Uscirai sano” è un prodotto indipendente con un cast interamente calabrese capitanato dal protagonista Antonio Marinaro (giuria e organizzazione Agone Festival Teatro) e dalla
    co-protagonista Francesca Ritrovato (partecipazione al telefilm 1993 e al film Anime Nere) La maggior parte dei brani della colonna sonora sono originali: i due temi principali sono stati composti dall’allora tredicenne Chiara Troiano, mentre gli altri brani sono di Stefano Lo Iacono e Michelangelo Ciminale. Il progetto è stato in parte sovvenzionato dall’Acqua Calabria e dal comune di Girifalco (amministrazione Deonofrio e amministrazione Cristofaro), mentre la Calabria Film Commission ha stanziato un contributo per la sua distribuzione. Il documentario è dedicato a Rocco Rosanò, padre di Barbara, che ha lasciato in eredità l’idea di questo progetto, in concorso a Sguardi Altrove Film Festival, sezione #FRAMEITALIA e parteciperà nel 2018 a importanti festival internazionali.


     

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