Il Pd verso i congressi tra prove di unità e malumori

Domani l’assemblea dei “Ricostituenti” in polemica con la linea del partito regionale. Sui territori prosegue il lavoro di mediazione tra le aree più forti del pianeta democrat

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    di  Antonio Cantisani

    I cosiddetti “Ricostituenti” del Pd si riuniscono domani pomeriggio per darsi una struttura e farsi sentire chiaramente da tutti. Chiederanno congressi trasparenti e regolari, una diversa e più partecipata gestione del partito regionale e anche una maggiore autonomia del partito dalla Giunta che governa la Regione con il presidente Mario Oliverio.

    E’ un gruppo, quello dei “ricostituenti”, che trasversalmente attraversa tutte le anime del Pd: ne fanno parte vecchi e nuovi “delusi” e “disillusi” del corso democrat anche nelle sue articolazioni istituzionali, e nomi di spessore come l’ex governatore ed ex ministro Agazio Loiero, l’ex uomo di governo nazionale e regionale Sandro Principe e l’attuale consigliere regionale Carletto Guccione, il “ribelle” dei democrat alla Regione.

    La stagione dei congressi – C’è una palpabile attesa nel resto del Pd sull’esito di questa assemblea dei “Ricostituenti”, non fosse altro che per capire quale peso davvero avrà questo movimento per linee interne sul futuro del partito, alle prese con sfide del presente – il governo della Calabria – e del futuro – le elezioni politiche del 2018. Ma c’è all’orizzonte uno “step” più immediato, destinato a ridefinire i rapporti di forza del Pd calabrese: la stagione dei congressi, che dovrebbe partire tra ottobre e novembre per i livelli provinciali.

    La “consegna” – suggerita anche da Roma – è quella di trasmettere un messaggio di unità e di armonia: del resto, in questo solco – osservano gli analisti politici – si inserisce anche il sigillo finale impresso dal ministro dell’Interno Marco Minniti al “Cantiere Calabria” organizzato all’Unical dal presidente della Regione Mario Oliverio. Insomma, l’indiscussa leadership di Minniti viene vissuta dai big del Pd come la garanzia di un Pd calabrese all’insegna della ritrovata sintonia. Il problema è che nella “pancia” dei democrat di Calabria la situazione è tutt’altro che serena. Non c’è solo la “fronda” dei “Ricostituenti”(alcuni dei quali agitano persino lo spettro di una scissione), ci sono tante altre “sacche” di malcontento e di malessere.

    Non sarebbero particolarmente soddisfatte dall’attuale guida regionale del partito, accusata di un eccessivo acritico appiattimento alla Giunta Oliverio, le aree che fanno riferimento al ministro della Giustizia Andrea Orlando e quella riconducibile al ministro della Cultura Dario Franceschini. Sono del resto le due aree che più stanno sollevando dubbi sul percorso congressuale.

    Invece sembrano essersi saldate in un unico asse l’area prettamente renziana, rappresentata dal segretario regionale Ernesto Magorno, e l’area riconducibile al gruppo guidato dal governatore Mario Oliverio, asse che sta provando a gestire i congressi in modo unitario. La situazione nei territori – E in effetti sui territori le mediazioni procedono incessantemente. Sotto questo aspetto la situazione più lineare appare quella di Catanzaro: nella recente festa del Pd nel quartiere Santa Maria del capoluogo anche visivamente i leader del Pd – dal presidente della Provincia Enzo Bruno ai consiglieri regionali Enzo Ciconte e Arturo Bova (assente invece Tonino Scalzo) – si sono sforzati di trasmettere un messaggio di rinnovata intesa, “benedetta” poi dalla presenza quali “guest star” degli stessi Oliverio e Magorno.

    A Cosenza il segretario provinciale uscente Luigi Guglielmelli, “fedelissimo” del governatore predestinato a una riconferma scontata, si è persino offerto di aiutare le altre aree del Pd che hanno contestato la soglia troppo alta – il 15% – per la raccolta di firme per le candidature decisa dalla direzione regionale dem.

    Quadro invece un po’ più complicato a Reggio Calabria, a causa del recente “strappo” da Renzi del sindaco Giuseppe Falcomatà dopo che il leader nazionale si è portato nella sua segreteria Angela Marcianò, ex assessore reggina che con Falcomatà ha “rotto” fragorosamente. In riva allo Stretto si sarebbe formata un’alleanza tra lo stesso Falcomatà e il capogruppo alla Regione Sebi Romeo, di stretta osservanza oliveriana, con il presidente del consiglio regionale Nicola Irto in posizione più diversificata: ma alla fine anche il congresso di Reggio dovrebbe svolgersi senza particolari intoppi, anche per non creare grattacapi allo stesso Minniti.

    L’orizzonte regionale – Tutto questo contesto comunque configura in casa Pd un autunno magari non caldo ma nemmeno tranquillissimo, perché i congressi di federazione ovviamente vivono su equilibri comunque fragilissimi. Poi ci sarà il congresso regionale: anche pubblicamente il segretario Magorno ha annunciato che non punterà alla riconferma, ma chiedere a un partito comunque sempre “balcanizzato” di chiudere anche questa partita dopo quelle provinciali forse è troppo. E allora – riferiscono fonti accreditate – per la segreteria regionale è probabile che se ne parli dopo le elezioni al Parlamento nel 2018.

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