Alluvione Vibo: Provincia, no Cassazione a risarcimento danni

Legale ente, respinta richiesta avanzata da società '501' Hotel 

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    L’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia non dovrà risarcire la società “501 Hotel” per i danni provocati dalla tragica alluvione del 3 luglio 2006 al “Lido degli Aranci”, struttura ricettiva ubicata nella frazione Bivona letteralmente sommersa dal fango trasportato in quella circostanza da monte a valle dalle acque del torrente Sant’Anna. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso della società della famiglia Mancini che aveva chiesto all’ente intermedio un risarcimento di 17,5 milioni di euro addebitandogli la responsabilità della mancata manutenzione dei fossi.I magistrati della Suprema Corte hanno concordato con la linea difensiva imbastita dall’avvocato Giovanni Lacaria che, per conto della Provincia, è riuscito ha dimostrare, nei tre gradi di giudizio, come quel terribile evento sia stato connotato da profili di imprevedibilità evidenziando l’assenza di qualsivoglia responsabilità da parte dell’ente. Per il legale “il verdetto della Cassazione evidenzia proprio questo aspetto, rilevando poi come la società della famiglia Mancini abbia riproposto ‘in dibattimento le medesime doglianze rappresentante nei precedenti gradi di giudizio e da questi attentamente vagliate, correttamente scrutinate e motivatamente disattese con ampie ed esaustive argomentazioni, scevre da vizi logico-giuridici che questo Collegio interamente condivide’”. La somma richiesta dalla “Hotel 501 Spa” era così ripartita: 10,1 milioni per i danni materiali, 2,6 per la perdita di ricavi, 4,3 per la crisi di liquidità e 464mila per la perdita di posizione di mercato. La sentenza è la seconda favorevole all’ente intermedio nel giro di due settimane. In precedenza, infatti, medesima sorte aveva avuto il ricorso presentato davanti al Tribunale superiore delle Acque di Roma da un’altra società, la Nuovo Pignone, sempre per i danni dell’alluvione per risarcire i quali aveva avanzato richiesta di 2,5 milioni di euro. (ANSA).

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