Cisal: corsi formazione tela di Penelope della Regione

Il sindacato punta il dito contro i corsi annunciati e rinviati 

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    Da tempo ormai, pare che la formazione dei dipendenti della Regione sia una chimera. E il motivo è presto spiegato nel racconto di una vicenda ancora una volta messa in luce dalla Cisal. Il sindacato ha infatti riferito una situazione – che sta divenendo paradossale – iniziata lo scorso 18 luglio quando il Settore competente comunicava al personale regionale: “Il 24 e il 25 corrente mese, nella Sala Verde della Cittadella, verrà effettuato il corso La gestione delle risorse umane nel pubblico impiego dopo la riforma della Pa”. Accadeva però che il primo giorno fissato per l’inizio dei lavori, poco dopo le 7 del mattino, giungeva una mail mediante cui si avvisa che il “Consorzio di formazione incaricato aveva comunicato l’indisponibilità del docente designato per gravi motivi di salute”. Trascorre così l’estate e si arriva fino al recentissimo 12 ottobre, allorché vengono comunicate le nuove date per l’ormai famoso seminario, ovvero ieri e oggi, in orari e sede già prefissati. Peccato, però, che ben oltre le ore 10 di ieri il Settore preposto annunciava il secondo forfait, sempre dovuto a un impedimento occorso al docente. Un’autentica sorpresa, anche considerato che a quell’ora la sede scelta per il corso era gremita in ogni ordine di posto da decine di dipendenti. Un atteggiamento da cui si evince una totale mancanza di rispetto nei confronti di tutto il personale che vi avrebbe dovuto prendere parte e questa volta, neppure informato tramite posta elettronica in quanto lo stesso Settore Formazione non era stato avvisato in tempo utile. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina, soprattutto quando a indebolirsi è proprio il lavoratore che invece ha come sua prerogativa la crescita personale, specialmente attraverso la formazione. Ma la cosa buffa, a riguardo, è un’altra: in entrambe le missive di convocazione veniva precisato che: l’assenza ingiustificata delle unità ammesse o il mancato superamento della prova finale di apprendimento da parte loro saranno considerati motivi di esclusione dall’attività formativa per il biennio 2017/2018. Un’avvertenza anche giusta, per carità, che tuttavia – considerato quanto successo – andava rivolta in prima battuta al formatore. Ecco perché la Cisal chiede che il Consorzio di formazione – dimostratosi inaffidabile – sia subito sostituito, intendendo anche domandare il rimborso delle spese di missione sostenute da ogni unità regionale costretta a raggiungere la Cittadella dai vari angoli della Calabria. Chi di dovere non ha avvicendato il professionista impossibilitato a sostenere il corso, spingendoci anche a rivolgere un invito all’Amministrazione: l’istituzione di un Comitato di Controllo ad hoc adibito alla verifica del valore di questi corsi (pagati con soldi pubblici versati nelle casse di tali Consorzi di formazione, a cui si possono poi per giunta imputare magre figure). Ma il sindacato si spinge oltre. A nostro avviso – reclama con forza – il contenuto di tali percorsi formativi deve anche essere oggetto di confronto e discussione con le parti sociali, organizzazioni come la nostra, mai coinvolte in una tematica tanto importante che riguarda proprio quei lavoratori da noi strenuamente difesi. I quesiti che si pone la Cisal – e il personale in primis – sono però diversi: chi valuta l’efficienza e la qualità del servizio reso attraverso questi corsi, come premesso abbastanza onerosi per l’ente? Ragion per cui, pur apprezzando e riconoscendo gli sforzi compiuti dal dirigente del Settore Formazione – e dai suoi collaboratori – nell’organizzazione della formazione del personale, non ci rimane che auspicare la celere sostituzione del Consorzio di formazione e la fissazione a breve del medesimo corso sì da non arrivare a fine anno senza averlo sostenuto.

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