Omicidio Berlingeri, marito e moglie avrebbero agito da sicari (CON 2 VIDEO)

I coniugi Gallo e Guerrise da professionisti insospettabili a presunti killer.  I collegamenti con il delitto Mezzatesta.

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    di Antonio Capria

    Se le ipotesi investigative dovessero poi essere confermate dagli esiti dei procedimenti giudiziari, la storia dei coniugi Marco Gallo e Federica Guerrise è destinata a diventare materia di studio per i criminologi. Che si chiederanno come e perché due insospettabili, lui elettrotecnico di trentadue anni con la passione per le moto, lei infermiera professionale due anni più giovane, residenti in una villetta in una tranquilla zona di Falerna marina, incensurati e senza alcun legame con la criminalità, abbiano deciso di avviare un’attività di omicidi su commissione. Una vera e propria azienda di famiglia, che secondo le indagini condotte dai poliziotti della squadra mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia, con il coordinamento della procura lametina, sarebbe responsabile dell’omicidio del fruttivendolo Francesco Berlingeri, freddato il 19 gennaio scorso davanti al suo negozio di frutta in via Fiume a Lamezia.

    Le attività tecniche condotte soprattutto con l’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona del delitto, la verifica dei tabulati telefonici e accertamenti sui mezzi coinvolti consentirebbero di risalire alle responsabilità della coppia: Gallo sarebbe l’esecutore materiale, il killer che a bordo di una moto enduro e con il volto coperto dal casco avrebbe esploso dei colpi di pistola contro la sua vittima, colpendolo mortalmente alla testa e ferendo anche il nipote 11enne per poi dileguarsi. La moglie Federica Guerrise avrebbe fatto da “specchietto”, effettuando dei sopralluoghi a bordo della sua Fiat 600, appostandosi nei pressi del negozio e poi avvisando telefonicamente il marito dell’arrivo dell’obiettivo.

    Secondo quanto emerso dall’analisi dei filmati e riscontrato con le testimonianze raccolte nell’immediatezza del delitto, il killer aveva utilizzato una moto enduro anche nel giorno precedente a quello dell’omicidio, con il supporto logistico fornito da una persona che si trovava in un’autovettura Fiat 600. Le immagini hanno consentito agli investigatori, con il supporto della Polizia Scientifica di Roma, di rilevare un parziale della targa che, incrociato con il modello della macchina, ha permesso l’individuazione dell’autovettura intestata alla donna, moglie di Marco Gallo, proprietario di una motocicletta modello Bmw G450X, uguale a quella utilizzata dall’autore dell’omicidio di Berlingeri. Altri elementi sono stati acquisiti dall’analisi del traffico globale della cella telefonica del luogo del delitto, dalla quale è emersa la contemporanea presenza dei telefoni degli indagati proprio nei momenti in cui è stata anche constatata la presenza della moto utilizzata dal killer e dell’autovettura di supporto nei pressi del luogo dell’omicidio.

     La donna, che davanti ai magistrati si è avvalsa della facoltà di non rispondere, è stata raggiunta ieri da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto spiccato dalla procura di Lamezia, subito convalidato dal gip Emma Sonni che ha applicato una misura di custodia cautelare in carcere sia per lei che per il marito Marco Gallo, già  arrestato a luglio nell’ambito di un’operazione dei Carabinieri del comando provinciale e della Dda del capoluogo perche’ ritenuto l’autore dell’omicidio di Gregorio Mezzatesta, il dipendente delle Ferrovie della Calabria assassinato a Catanzaro lo scorso 24 giugno.

    Per entrambi i delitti il movente non sarebbe legato a fatti personali o a questioni di natura criminale: ciò fa pensare che i responsabili abbiano agito su commissione. Le indagini proseguono quindi per risalire ai mandanti dei delitti, mentre sullo sfondo resta un terzo omicidio insoluto che ha scosso l’intera comunità lametina, quello dell’avvocato Francesco Pagliuso, freddato sotto casa da un killer il 9 agosto dello scorso anno. Il fascicolo sul delitto è in mano alla procura distrettuale di Catanzaro, per cui gli inquirenti che indagano sull’omicidio Berlingeri non hanno espresso alcun commento o riferimento. Ma in ambienti investigativi c’è chi ha ipotizzato che, per le modalità di esecuzione, tra il delitto Mezzatesta, di cui è accusato Marco Gallo, e quello dell’avvocato Pagliuso possano esserci dei legami. Al momento solo un’ipotesi, che dovrà eventualmente essere riscontrata dagli inquirenti. Ciò che è certo è che gli scambi info-investigativi tra la procura ordinaria di lamezia e la distrettuale di Catanzaro sono costanti, come hanno confermato il procuratore Curcio e il sostituto titolare dell’indagine Marta Agostini, che hanno fornito i dettagli dell’inchiesta durante una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il capo della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro Nino De Santis, insieme al suo vice Angelo Paduano, e il dirigente del Commissariato di Lamezia Terme Marco Chiacchiera .

    Il procuratore Curcio ha evidenziato lo sforzo “immane” degli inquirenti per mettere insieme e allineare i filmati acquisiti dalle telecamere di sorveglianza private installate nella zona del delitto. “Siamo costretti ancora una volta ad evidenziare – ha commentato il procuratore –  che il Comune di Lamezia Terme, con una popolazione di 71 mila abitanti e il reiterarsi di fatti di sangue, non ha un impianto di video sorveglianza all’altezza di una città. Abbiamo dovuto fare il ‘giro delle sette chiese’ per raccogliere i filmati e poi montarli sincronizzando gli orari con un enorme impiego di tempo e di personale”. 
     

    LE INTERVISTE AGLI INQUIRENTI

     

    IL VIDEO INTEGRALE DELLA CONFERENZA STAMPA

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