‘La Regione è indietro di 15 mesi con le rette da pagare alle strutture socio sanitarie’

L'allarme lanciato dall'associazione di chi opera nei settori socioassistenziali: 'Dopo la decisione della Cassazione una situazione che sa di ridicolo' 

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    “A distanza di oltre 3 anni dall’insediamento della Giunta Oliverio i problemi delle strutture socio-sanitarie non sono stati risolti. Le Case Protette e le Rsa, centri di riabilitazione etc..strutture che offrono assistenza a soggetti anziani e disabili su tutto il territorio regionale, anche nelle zone dell’entroterra, continuano ad essere vittime di una politica dannosa, che sta mettendo a rischio la loro sopravvivenza.” A lanciare l’allarme è l’Uneba, l’associazione di categoria che riunisce, rappresenta e tutela le istituzioni che operano nei settori socioassistenziali.

    “Nei giorni scorsi  – sottolineano dall’associazione – i quotidiani regionali hanno affrontato il più grave problema che affligge la categoria: non solo la Regione ormai da qualche anno continua a non mettere in bilancio tutta la somma necessaria a coprire i costi delle rette per i servizi che continua ad acquistare dalle Strutture ma normative regionali ed intervento della Corte Costituzionale del 2011 non hanno permesso di capire chi debba pagare il dovuto tra Regione e le Aziende sanitarie”.

    “La Regione Calabria, a seguito della decisione della Cassazione – è quanto denuncia Uneba – inizia a chiedere agli erogatori la restituzione delle somme pagate per il periodo 2010-15 per poi trasferire tali somme alle Asp e queste, a loro volta, pagare di nuovo gli Erogatori. Una situazione che sa di ridicolo se non fosse davvero drammatica perché gli Erogatori sono impossibilitati a restituire!!”

    Ancora, dicono dall’associazione di categoria – La “Regione Calabria è indietro di ben 15 mesi con il pagamento delle rette, e la struttura commissariale ha, da poco, improvvisamente abbattuto le rette di alcune prestazioni, tra l’altro con importanti tagli al personale che costringeranno centinaia di famiglie a rimanere senza lavoro. Oliverio forse non si è accorto delle gravi ricadute che avranno queste scelte sul tessuto sociale regionale, perché forse non sa che nel settore sono impiegati circa 5 mila lavoratori assunti a tempo indeterminato. Come se ciò non bastasse, nei piani alti della Cittadella qualcuno ha l’ardire di sussurrare di come gli erogatori si stiano arricchendo alle spalle della Regione Calabria pretendendo il pagamento degli interessi per i ritardati pagamenti. Sfugge ai brillanti amministratori regionali che le aziende private per poter assicurare la continuità gestionale, in assenza di pagamenti regionali, debbono fare ricorso agli scoperti bancari per i quali sono obbligati a pagare i relativi interessi”. 

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