Economia calabrese, di nuovo in marcia ma con una palla al piede

I segnali di ripresa sono timidi, ma ci sono

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    Danilo Colacino

     La Calabria, al pari delle altre regioni d’Italia, sembra essersi rimessa in marcia, ma con una palla al piede e tanto terreno da recuperare. I segnali di ripresa sono timidi, ma ci sono. Chi lo dice? L’organismo nazionale più deputato a farlo: la Banca d’Italia, che nell’aggiornamento congiunturale del consueto report annuale (presentato a giugno) ha fatto emergere come: circa tre quarti delle imprese intervistate chiuderanno l’esercizio 2017 in utile. Le aziende, inoltre, possono contare su un maggiore credito da parte delle banche. Un piccolo, ma significativo, più 0.9%. Nello specifico per quelle con meno di 20 unità lavorative si è interrotto il calo in atto dal 2012. Un’annotazione di grande rilievo per chi studia e analizza certi indicatori.

    Stazionari, invece, i prestiti erogati dai primi cinque gruppi bancari del Paese, mentre in aumento gli altri. Pari a quasi il sette e mezzo per cento il tasso d’interesse richiesto. Lieve aumento anche del lavoro: nel segmento maschile si è infatti registrato un più 1.4% mentre in ambito femminile si parla addirittura del più 2.8%, il doppio esatto quindi. Senza contare che il tasso di disoccupazione è sceso al 22.4%. Positiva la crescita nel settore turistico con un flusso di arrivi complessivi all’aeroporto di Lamezia Terme pari a circa l’1%. Il coefficiente totale del sistema aeroportuale regionale risente tuttavia della chiusura dello scalo di Crotone e del forte ridimensionamento di quello di Reggio, in cui si è avuto un calo di arrivi del 24%. Notizie moderatamente incoraggianti anche sotto il profilo dei consumi con un più 9.3% delle transazioni immobiliari a fronte di un prezzo delle case salito dello 0.5%. Si acquistano anche tanti mezzi di trasporto con un più 26.2% che balza agli occhi. Tutto bene allora? Neanche per sogno. Troppo lenta e farraginosa la burocrazia in una realtà territoriale il peso della Pa nel Pil regionale è pari al 30%. Numeri in picchiata anche per uno dei motori (almeno nelle previsioni) dell’economia locale: il porto di Gioia Tauro, un’infrastruttura “snobbata dal colosso Cina” che in termini di movimentazioni fa registrare un preoccupante meno 11%. Malgrado tutto, però, il direttore della filiale regionale di Catanzaro di Bankitalia Sergio Magarelli e i componenti del Nucleo di Ricerca Antonio Covelli, Giuseppe Albanese e Iconio Garrì nella conferenza stampa di poche ore fa sono stati categorici: la ripresa c’è e si vede, soprattutto per chi deve valutare certi dati.

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