L’artista catanzarese Rosa Spina espone nel Bresciano. Ecco come Sgarbi la presenta

Il critico: 'Ogni sua opera ha la particolarità tutta speciale di essere, nello stesso tempo, un linguaggio, il proprio artistico, e "il" linguaggio '

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    L’artista catanzarese Rosa Spina, presentata da Vittorio Sgarbi a Brescia: in mostra la sua ultima produzione, suggestiva e spettacolare “micro-macro metamorfosi” pittorica che medita sul senso più intrinseco delle cose.

    Nelle sale della “Minotauro Fine Art Gallery” a Palazzolo sull’Oglio (Bs), dal 26 novembre al 24 gennaio, l’importante antologica che “consacra” la brillante rappresentante italiana della Fiber art. Poi due altri prestigiosi appuntamenti ad Arezzo e Cavernago.Palazzolo sull’Oglio (Brescia), nelle sale della Minotauro Fine Art Gallery, a cominciare da domenica prossima, 26 novembre, con Vittorio Sgarbi padrino d’eccezione che la presenterà al pubblico alle ore 17.30 nell’ambito della vernice, ecco la prima di tre importanti Mostre (seguono Arezzo e Cavernago) che per così dire “consacrano” e pongono sotto l’obiettivo della grande critica e del più potente mercato dell’arte, un’eccezionale ed originale artista: la catanzarese Rosa Spina, brillante rappresentante italiana della cosiddetta Fiber Art.

    Sgarbi, ne scrive così sul catalogo Editoriale Giorgio Mondadori a lei dedicato: “avvicinerei l’arte di Rosa Spina allo spirito di certo Antiform americano degli scorsi Sessanta, in quanto ricerca di forme alternative (…). Fare arte col filo vuol dire, innanzitutto, meditare sul senso più intrinseco delle cose. (…) Ogni sua opera ha la particolarità tutta speciale di essere, nello stesso tempo, un linguaggio, il proprio artistico, e “il” linguaggio (…) funzionando come una presa di coscienza per via metaforica (…). (…) Strette, avvincenti questioni di forma che si propongono di continuo delle mete variate (…) sperimentando di volta in volta nuovi indirizzi, nuovi percorsi da battere). E gli elogi alla Spina si sommano nei contributi al catalogo di Antonio Falbo, Salvatore Falbo, Maria Elena Loda, Roberto Messina, Giovanna Vecchio e Leo Strozzieri, tutti comunque concordi sull’ultima, ben compiuta “micro-macro-metamorfosi” (definizione di Antonio Falbo) di quest’artista dal solido curriculum (mostre personali e collettive a Milano, Roma, Verona, Venezia, Ferrara, Piacenza, Napoli, Torino, Firenze, Dubai, Munchen, Parigi, Barcellona, New York, Washington, Istanbul, Stoccarda, Stoccolma, Hong Kong). Una sorta di ennesima, decisiva rivoluzione stilistica, indicativa della sua “umiltà”, ma soprattutto della sua notevole versatilità e dell’entusiasmo con cui ritiene di dover sempre mettere alla prova la propria specificità artistica, ridefinendola, ridisegnanola, riattualizzandola di continuo. L’antologica che offrirà Rosa Spina a Palazzolo parte da lontano: dai suoi esordi come talento ben notato dall’ideatore dei “decollages” e artista universalmente noto (e sommamente quotato) Mimmo Rotella (natali catanzaresi anche per lui) e poi introdotta all’attenzione internazionale dal critico Pierre Restany, fino alla sua più recente, citata evoluzione. La Mostra di Palazzolo, sarà sostanzialmente una raccolta, un “omaggio” all’intera sua produzione e alle molteplici suggestioni che la critica nazionale ed internazionale ha trovato ben riflesse nel suo lavoro. Un’esposizione come “meditazione concettuale” e come “pausa” per poter riunire tutti i suoi “motivi”: gli intrecci, i miti, le ispirazioni che l’hanno guidata fin qui. “Il suo linguaggio – spiega Salvatore Falbo – curatore dell’archivio ufficiale, sta mostrando una parabola evolutiva che l’itinerario di mostra si propone di fissare all’attenzione dello spettatore: dai semplici intrecci sfilacciati romboidali su fondo neutro, fino al recupero della qualità pittorica affrontata dall’artista ancora anni fa, ed apprezzata solo ultimamente da Vittorio Sgarbi, che l’ha spinta a ridefinire la propria cifra compositiva in opere di un più ampio, e completo, respiro”. “Il nucleo di questa sua nova collezione – scrive il giornalista catanzarese Roberto Messina – si innesta, supera e nobilita in più d’un senso, l’impegno espletato finora, e la lunga ricerca, con una condensazione che genera pathos, tensioni e ‘annunciazioni’. Pochi, scarni elementi ottenuti da nette campiture di fili colorati, infatti, delineano e figurano sulle reti immagini magiche, misteriose, al limite tra idea di paesaggio e astrazione.

    Con risultati, però, chiari, preziosi, eleganti. I filamenti colorati, le fibre polimateriche intrecciate e curvate su sfondi cromatici, ed ora su ritagli di maglia di ferro e su reti, i defilages, assumono personalità, dinamismo, carica emotiva e spaziale, e sono attraversati da lampi dinamici, da lirismi resi con forza emotiva da un insieme architettonico, geometrico, ma anche entropico, di invidiabile equilibrio formale. La misteriosa Calabria, quel luogo in cui per secoli la tessitura di lino, cotone, lana e soprattutto seta, è stata un must artigianale, artistico ed economico: ecco l’humus e il background che da tempo Rosa Spina prova a ‘ricucire’ e vivificare, non limitandosi a produrre opere, ma a creare e consegnare atmosfere ed ispirazioni. Ed ora, anche inedite e spettacolari sculturepitture essiture che restituiscono ricordi, respiri, fraseggi”. La mostra, con la gradita presenza del direttore di Palazzo Reale di Milano, Domenico Piraina, sarà inaugurata domenica 26 novembre 2017, alle ore 17.30, alla “Minotauro Fine Art Gallery” (www.galleriaminotauro.com) con viva e motivata attesa per un evento che non potrà mancare di sorprendere e suggestionare. Il gallerista Diego Giudici, invita tutti a partecipare e considerato il previsto grande afflusso, chiede al pubblico di dare cortese conferma via mail a: info@galleriaminotauro.com

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