Curiosa vicenda a Locri, la Città metropolitana si rifiuta di rifare il muro

Un'azienda lo aveva chiesto dopo il crollo dovuto a un'ondata di piena di una fiumara, ma l'ente ha risposto che spetta ai proprietari

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    Ha chiesto il ripristino del muro d’argine di una fiumara “crollato per la mancata manutenzione delle strutture da parte delle autorità competenti in seguito all’ondata di maltempo del gennaio scorso”, ma si è visto rispondere, dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria, che “le opere di difesa dei beni contro i corsi d’acqua sono a esclusivo carico dei proprietari frontisti, a norma di un Regio Decreto del 1904”. E’ quanto denuncia l’imprenditore Giovan Battista Spanò, titolare dell’azienda agricola omonima di Locri che parla anche a nome di altri proprietari anch’essi danneggiati. “Lo scorso 23 gennaio – afferma Spanò – in seguito agli eventi alluvionali che hanno colpito la fascia ionica reggina, parte della mia superficie aziendale, nel territorio del comune di Locri, è stata gravemente danneggiata dalla rottura e conseguente crollo del muro d’argine della fiumara Gerace, evento provocato dall’irregolare deflusso delle acque causato dalla mancata manutenzione ordinaria e straordinaria nel corso degli anni. Lo straripamento ha prodotto l’erosione di 1.500 metri cubi di suolo agrario, l’estirpazione di 20 piante di arance tarocco con relativo impianto irriguo sotto chioma portate via dalla piena”. “Successivamente al sopralluogo di un funzionario dell’ente territoriale reggino (Settore 13) da me richiesto – aggiunge Spanò – il 24 gennaio 2017 ha quantificato in 300 mila euro la somma necessaria per la realizzazione dei lavori utili a ripristinare il muro d’argine. A nulla sono valse le mie tre successive richieste di messa in sicurezza dell’argine destro crollato al fine di non aggravare il fenomeno erosivo accertato, richieste inviate, per conoscenza, anche alla Prefettura di Reggio Calabria, inoltrate da febbraio a luglio. Anzi, dopo il mio terzo sollecito l’amministrazione mi ha risposto che l’intervento spettava a me”. Spanò ha reso noto anche di avere presentato, lo scorso 13 luglio, un esposto alla Procura della Repubblica di Locri “illustrando – dice – la grave situazione di incuria e mancata manutenzione del tratto di bacino idrografico della Fiumara Gerace. Infine, con il mio legale, abbiamo inviato un’ulteriore lettera chiedendo delucidazioni in merito a quanto paradossalmente scritto dall’amministrazione, in quanto è assurdo richiedere al privato la realizzazione di opere di messa in sicurezza per un danno causato dalla totale assenza di governo del territorio da parte degli organi preposti a farlo. Inutile dire che la lettera ad oggi non ha ricevuto alcuna risposta”.(ANSA).

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