Emozioni intense e sold out per il Sogno di una notte di mezza estate

Al Politeama di Catanzaro in scena il capolavoro di Shakespeare per la regia di Massimiliano Bruno

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    Pubblico delle grandi occasioni e telecamere di Unomattina per un altro straordinario successo al Politeama: Sogno d’una notte di mezza estate. Lo spettacolo di Massimiliano Bruno – altra scommessa vinta del sovrintendente Gianvito Casadonte – per cui si è però corso il rischio di non assistervi a causa di qualche circostanza sfortunata di troppo. Ma, una volta superati gli intoppi, ecco finalmente alzarsi il sipario su una pièce teatrale capace di regalare “emozioni intense” come le cose più attese. Il tutto esaurito, o sold out per chi ha simpatie anglofone, è stato raggiunto già ieri mattina per la soddisfazione di Casadonte – giunto in teatro attorno alle 18 per illustrare le sue Magiche Alchimie all’inviato della rete ammiraglia della Rai – e per la gioia anche del dg Aldo Costa. Entrambi hanno peraltro accolto il sindaco e presidente della Fondazione Politeama, Sergio Abramo, che si è goduto un’interpretazione da applausi. In senso figurato e non solo, considerato che durante le due ore abbondanti di commedia i battimani sono arrivati come se piovesse. Piaciuta, dunque, la rivisitazione del notissimo regista e sceneggiatore romano, che ha preso come base una delle opere più celebri del divino William Shakespeare per farne una sua interpretazione. Scelta azzardata, ma coraggiosa, dal momento che i classici sono per alcuni intoccabili.

    Un tempio della cultura da non profanare. Mai e per nessuna ragione. Ma a pensarla così non è certo il poliedrico Bruno, che ha appunto fatto del “Sogno shakesperiano” una sorta di Carbonara Scomposta alla Carlo Cracco. Un piatto – per così dire – servito anche da uno chef catanzarese, l’ottimo attore autoctono Renato Arcuri, omaggiato sul palco da Bruno durante i saluti finali della compagnia agli oltre mille spettatori entusiasti. Un tributo meritato anche perché si deve quasi di sicuro allo stesso Arcuri l’inserimento di alcune battute in dialetto catanzarese che hanno letteralmente mandato in solluchero il pubblico. Un divertimento nel divertimento di un Foglietti che nell’arco di pochi giorni sta regalando alla città una serie di grandi performance, realizzate da artisti di livello nazionale e internazionale. Poco o nulla da aggiungere, allora, dal punto di vista per così dire tecnico, considerato che a dominare nella commedia è il tema dell’amore. Un sentimento racchiuso in un teorema in cui trova anche posto il nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e  si affannano per costruire delle relazioni basato su un desiderano senza spiegazioni. Rapporti nati da incontri causali di cui i mortali stessi non sono padroni. Mito, fiaba e quotidianità, si intersecano quindi senza soluzione di continuità in questa versione del testo originale così come di quello rivisitato. Concetti racchiusi in un bosco che sarà foresta, patria di nomadi circensi e ambivalenti creature giocherellone. Il riferimento è a Puck, violinista che non sa suonare; Bottom, pagliaccio senza palcoscenico; Oberon, antesignano cripto-gay, e Titania, ammaestratrice di bestie selvagge. E poi ancora ad Ermia con Lisandro ed Elena con Demetrio, vittime inconsapevoli degli incantesimi del re degli spiriti in una commediola degli equivoci che diverte, suscita ilarità e invita spesso, come premesso, allo scrosciante applauso. E se a ciò si sommno  interpreti quali Giorgio Pasotti, Stefano Fresi e Violante Placido, il successo non può che essere servito. (D.C)

     

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