‘Distanze’, il libro di di Francesco Cristofaro: storie vere e speranza

Il giovane scrittore catanzarese ha già scalato la settima posizione della classifica nazionale Ibs. Perdite, sentimenti, rinascite. In una trama sostenuta da una scrittura densa 

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    Di Laura Cimino

    Distanze, del giovane scrittore catanzarese Francesco Cristofaro, edizione ‘La Rondine’, è un libro che si legge tutto d’un fiato. Un romanzo breve, un racconto suddiviso in due parti. La scrittura è sincopata, piena di ritmo e passione. Il libro che ha già conquistato un traguardo, si è infatti posizionato sesto nella classifica nazionale di Ibs, affronta temi importanti, forse i più importanti dell’esistenza, il bisogno di colmare distanze, di superare solitudini, l’importanza di cercarsi, i rapporti che si riescono a creare con le altre persone, i contatti umani, in fondo quello che più conta e che lascerà per sempre qualcosa. La voglia della felicità.

    Ed è un libro corale, pieno di voci e personaggi che vengono tratteggiati velocemente e con efficacia. Quasi tutti giovani, ventenni, come l’autore. Un romanzo denso di contenuto, leggero per la sua brevità. La storia è semplice. C’è un dolore da affrontare, reale, che fa paura. C’è il conforto di occhi e di abbracci. I treni non passano una volta sola. La vita lo insegna sempre. C’è un’occasione salvifica. Nessuno si salva da solo. E ‘l’uomo – come si legge nel romanzo così pieno di parole da ricordare – odia essere distante dal resto del mondo’. A rendere poi del tutto originale quest’opera è che, come sottolinea Cristofaro ‘nel libro racconto fatti veri’. Sono storie reali di persone reali. Alla fine del romanzo appariranno anche in un collage fotografico. Perché ‘non ce la faccio a scrivere di cose che non sono vere’. La donna di sessant’anni in pelliccia e rossetto rosso – questa figura non reale ma immaginaria – è comunque personaggio del libro ugualmente suggestivo. ‘Infatti – racconta il giovane autore – l’ho immaginata per creare ‘suspence’’.

    C’è il racconto di tanta sofferenza. Ogni personaggio della narrazione sussurra o a volte grida la sua. E questo, così come nell’immagine finale del teatro, dello spazio aperto e di confronto in cui la riunione di un’associazione metterà in connessione tante persone, ognuna afflitta da una perdita, sembra quasi una citazione alla scrittura e ai temi di un gigante della letteratura come Luigi Pirandello. ‘Se parlo di perdita è perché ho perso’ dice Francesco Cristofaro, svelando così un bisogno ‘catartico’, liberatorio della sua scrittura che è forse la cifra capace di renderla così intensa. ‘Nel libro si racconta di quanto sono dure le perdite – aggiunge – ho voluto mettere insieme come in tanti post it questi sentimenti’. ‘Non scrivo per piacere – racconta ancora Cristofaro – ma per liberare un bisogno’. Distanze è un libro che lascia molte speranze. Perché le storie a lieto fine si amano. E qui dopo le salite dell’anima, ci sono le discese. Ad aprile il giovane autore proseguirà le sue presentazioni del romanzo in diverse città d’Italia.

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