Peppino Impastato raccontato dai suoi amici Vitale e Di Maggio

A Cerva nel Catanzarese per l'undicesimo convegno della legalità. Vitale ai ragazzi: 'Non siate schiavi della tecnologia. E se una cosa è ingiusta, dite no, ribellatevi'. Di Maggio: 'Studiate perchè solo la cultura allontana dalla mafia'

Più informazioni su


    Peppino Impastato e la sua decennale attività contro la mafia: una storia che lascia già basiti di suo, se poi a raccontarla sono gli amici, i compagni di lotta di Peppino, è qualcosa che graffia le coscienze. XI convegno sulla legalità: studenti e docenti dell’Istituto comprensivo “Corrado Alvaro” di Petronà hanno incontrato ieri, venerdì 23 marzo 2018, presso palestra comunale del Comune di Cerva, due amici e compagni di Peppino Impastato: Faro di Maggio e Salvo Vitale. E’ la narrazione della storia di chi lotta contro la mafia, pur provenendo da ambienti mafiosi.

    Tema molto eloquente: “Altri cento passi verso una Calabria senza ‘ndrangheta”. Non è la prima volta che qui si sensibilizza contro le mafie, non sarà l’ultima. Com’è andata? Ogni anno un convegno, ogni convegno lascia un’impronta. L’incontro è stato patrocinato dal Comune di Cerva, in sinergia con il Comune di Petronà e il Comune di Andali. L’intento è sempre uguale: creare coscienza del fenomeno mafioso e della sua pericolosità. In poche parole: pedagogia della resistenza. Anche stavolta si è improvvisato poco. Obiettivi raggiunti e strategie plurali: studenti preparati, docenti motivati, quattro comuni impegnati, società civile partecipe, prezioso coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze del Servizio civile di Cerva.

    E soprattutto poco spazio per la retorica. Il prologo è stato tutto per Peppino Impastato e gli amici siciliani: raccontati con le parole della storia e la musica dei Modena city Ramblers, interpretata dagli studenti del liceo scientifico di Sersale. Il docente di lettere Enzo Bubbo, moderatore dell’incontro e da sempre referente del progetto legalità, ha asserito che ”la legalità si coltiva, si costruisce, si pratica e il cambiamento non lo si deve pretendere solo dagli altri”. La dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Corrado Alvaro” Rosetta Falbo ha prima spesso belle parole per il progetto legalità per poi parlare di Peppino Impastato: “ Legalità è nella nostra scuola un elemento identitario. Si parla spesso di legalità, indicando modelli positivi. Peppino Impastato si è affrancato dal potere mafioso, lottando contro padri e padrini, l’ha fatto per la libertà, per la giustizia. Peppino incarna la ribellione, la contestazione.”

    Oratori molto attesi e aspettative non deluse: Salvo Vitale e Faro di Maggio. Amici di Peppino Impastato e non solo. Salvo Vitale, impegnato giornalista e affermato scrittore, parla come pensa e fa quel che dice: “ Ai ragazzi dico: non siate schiavi della tecnologica, dovete incontrarvi, parlare, costruire insieme una società migliore. Andiamo nelle scuole per formare coscienze critiche. Non bisogna dire sempre di sì. Se una cosa non piace, non è giusta, bisogna trovare il coraggio di denunciare, ribellarsi per cambiare. Come ha fatto Peppino, come ha fatto Felicia. Due grandi esempi per noi tutti. Non c’è una ricetta per vincere le mafie, ma è importante far sapere che non è bella la vita dei mafiosi e non porta lontano, importante chiamare in causa la società civile che non può stare alla finestra.” Anche Faro Di Maggio ha un’oratoria semplice e diretta: “Ai ragazzi dico studiate perché solo la cultura allontana la mafia. Non c’è nulla di scontato nella legalità: va costruita senza delegare sempre agli altri. A Cinisi è successo qualcosa di storico: cittadini si sono posti il problema della mafia. Era la prima volta che succedeva in Sicilia, in Italia”. Parole come pietre quelle dei due relatori siciliani e si è capito bene che Peppino non doveva percorrere neppure i famosi cento passi per capire il mondo che aveva intorno: lui la mafia ce l’aveva in casa. E ha detto no senza indugi.

    L’uditorio dell’XI convegno sulla legalità era quasi interamente composto da studenti: scuola primaria e secondaria di primo grado di Cerva, Petronà e Andali insieme agli allievi del liceo scientifico e dell’ istituto superiore agraria di Sersale. Non erano meno di duecento e sottile è stata la distanza tra chi parla e ascolta. E tutti hanno dato il loro contributo. Dalle recite alle canzoni, dalle immagini ai video, dalle poesie alle riflessioni: ognuno per sé, tutti per il ripudio delle mafie. Non è stato il solito convegno, non si è tediato nessuno, anche perché c’era tra gli ospiti il bravo cantautore di Sersale Carmine Torchia. Non era lì per caso, era lì per testimoniare che il miglior modo di dire è fare: Carmine Torchia ha composto una canzone per Peppino, una canzone che dire orecchiabile è un eufemismo: “E sale quanto basta.” Note di legalità: musica di Carmine Torchia e parole dell’attrice Annalisa Insardà. La somma genera emozioni, emozioni a iosa. Hanno preso parte al convegno anche il primo cittadino di Cerva Fabrizio Rizzuti e l’omologo di Andali Piero Peta. Per Fabrizio Rizzuti c’è “bisogno di Istituzioni che funzionano per dare speranze alle future generazioni”, mentre Piero Peta ha asserito che “la mafia non è mai un buon affare.” C’era anche il sindaco di Sersale Salvatore Torchia e il capitano della Compagnia Carabinieri di Sellia marina Alberico De Francesco. Prima di Salvo Vitale, la scuola “Corrado Alvaro” ha fatto legalità con il giudice Emilio Ledonne, Giovanni Impastato, con i ragazzi di Locri, con il poliziotto Renato Cortese, con Maria Falcone, con Salvatore Borsellino, Maria Falcone, Angela Napoli con Francesca Anastasio, Nicola Gratteri, Don Luigi Ciotti. Qui muove la convinzione che la lotta alla criminalità non è solo un compito della Magistratura, ma deve essere condotta a partire dalle scuole, attraverso lo sviluppo sociale e civile: legalità non è solo una bella parola.

    Enzo Bubbo

    Più informazioni su