Utilizzo volontari per servizi di sorveglianza, il Prefetto aveva già sollecitato gli enti a settembre

La Provincia ha rimosso le persone che erano state impiegate, all'università e all'ospedale ci sono ancora dei servizi affidati ai volontari

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    Eppure non potevano dire di non sapere. Prima ancora dei numerosi comunicati di diversi consiglieri comunali, prima ancora dell’indagine della Guardia di finanza sull’utilizzo di volontari di diverse associazioni per i servizi di vigilanza e portineria o affini, da parte di enti pubblici, c’era stata una lettera che il Prefetto Luisa Latella aveva inviato all’Università Magna Graecia, alla Provincia e all’azienda sanitaria Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Una nota arrivata agli enti pubblici il 28 settembre 2016 con protocollo 16474. 

    Il Prefetto, sollecitato da un esposto ricevuto qualche giorno prima, ha evidenziato nella sua nota che le convenzioni che Stato, Regioni ed Enti Locali possono stipulare con le associazioni riguardano lo svolgimento specifico di servizi di loro competenza, mentre, nella fattispecie dei tre enti, i volontari delle associazioni, si occuperebbero di servizi di competenza degli istituti di vigilanza, compreso il controllo degli accessi o di servizi di vigilanza H24 di competenza delle guardie giurate. Nella sostanza già a settembre 2016 il Prefetto chiedeva spiegazioni, anche su un altro aspetto, quello economico che, sempre secondo quanto evidenziato nell’esposto presentato, andava ben oltre il semplice rimborso spese. 
    A seguito della sollecitazione del Prefetto la Provincia ha provveduto a rimuovere il personale delle associazioni di volontariato dai luoghi di propria competenza, cosa che non sarebbe ancora avvenuta del tutto all’Università Magna Graecia e all’ospedale Pugliese. 
     
    g.z.

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