Operazione Jonny, annullata custodia cautelare per uno degli indagati

Antonio Giglio era stato tratto in arresto nel mese di giugno i

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    ll Tribunale della Libertà di Catanzaro ha accolto la richiesta di riesame presentata da Antonio Giglio, difeso dall’avvocato Francesco Iacopino, annullando l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti del predetto indagato, tratto in arresto nell’Operazione “Jonny” con l’accusa di essere affiliato al clan degli Arena di Isola Capo Rizzuto, insieme ai componenti la cellula “satellite” catanzarese, “guidata” da Santo Mirarchi (oggi collaboratore di giustizia).
     
    A giudizio del Collegio, che sul punto ha condiviso le decisive prospettazioni della difesa, le dichiarazioni accusatorie del predetto collaboratore di giustizia non sono state supportate da adeguati “riscontri, oggettivi e individualizzanti, da cui poter desumere, con elevato grado di probabilità, la consapevolezza della partecipazione dell’indagato alla consorteria facente capo agli Arena di Isola Capo Rizzuto”.
     
    Di qui, l’impossibilità di valorizzare in termini di “gravità indiziaria” gli elementi di prova raccolti dall’accusa e posti a base della misura coercitiva.
     
     
    Giglio era stato tratto in arresto nel mese di giugno in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare (la seconda, in ordine di tempo) emessa dal Gip di Catanzaro, dott. Claudio Paris, nei confronti di 12 indagati ai quali, a motivo dello stato detentivo in essere, non era stato notificato il provvedimento di fermo disposto dalla Direzione distrettuale antimafia lo scorso 15 marzo, il giorno del maxi blitz che portò all’arresto, tra gli altri, dell’ex parroco di Isola Capo Rizzuto don Edoardo Scordio e dell’ex governatore delle Misericordie Leonardo Sacco.
     
    Di qui le notifiche in carcere, nel mese di giugno, delle nuove ordinanze di custodia cautelare nei confronti di elementi di spicco della cosca Arena, tra i quali Fabrizio Arena, 37 anni, già condannato all’ergastolo per l’omicidio Nicoscia, ai fratelli Pasquale Arena, detto “Nasca” e Giuseppe Arena, alias “Tropeano”, considerati dagli inquirenti rispettivamente il reggente e il capo dell’omonima cosca crotonese, nonché per i catanzaresi Armando Abbruzzese, Antonio Giglio e Domenico Falcone, ritenuti appartenenti a un gruppo “satellite” degli Arena, attivo proprio a Catanzaro e dintorni, tutti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni, intestazioni fittizia di beni.
     
    Accusa “annullata” per Giglio Antonio che, ad avviso del Tribunale di Catanzaro, da un’analisi più approfondita degli atti e tenuto conto delle prospettazioni difensive, non può ritenersi partecipe della predetta cosca.

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