Sanità, Cgil: ‘Il decreto del commissario non basta, è emergenza’

Il sindacato invoca un'azione straordinaria dei sindaci dell'area centrale della Calabria 

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    A seguire l’analisi critica di Mammoliti e Grillo, segretari generali della Cgil e FP Cgil Area Vasta

     ‘Una boccata di ossigeno sì, ma anche un ulteriore indebolimento del sistema sanitario regionale e territoriale, solo così si può tentare di leggere l’ultimo Dca (Decreto del Commissario ad acta) del commissario Cotticelli, il 135, recante disposizioni per l’assunzione di 429 operatori nelle varie aziende sanitarie della regione.

    Un decreto che, presentato in maniera roboante, in effetti non fa altro che sanare alcune assunzioni già effettuate, non dispone nuove assunzioni di personale se non quelle previste dai decreti della precedente gestione e che avevamo già considerato insufficienti a risolvere la drammaticità degli ospedali regionali. In alcuni casi poi, vedi Asp di Catanzaro (11 assunzioni), Asp di Crotone (4 assunzioni) e A.O. Pugliese Ciaccio (16 assunzioni) sembrano rappresentare una beffa oltre che un danno per la garanzia dei Lea (Livelli Essenziali Assistenza) in quei territori.

    Al Pugliese Ciaccio, Ospedale di riferimento regionale, sulle 16 assunzioni autorizzate ben 6 sono di carattere amministrativo e le altre di fatto non tengono assolutamente conto del fabbisogno indicato dall’attuale Direttore generale, che in una nota durissima indirizzata all’ufficio del commissario indica in ben 149 le figure, distinte per profili professionali, di cui l’Azienda ha urgente bisogno per continuare ad erogare alcuni servizi sanitari, pena la sospensione degli stessi.

    Ci interesserebbe poi conoscere come saranno reclutati i due dirigenti avvocato previsti nelle autorizzazioni al Pugliese Ciaccio visto che la procedura concorsuale attualmente in piedi e relativa ad un concorso che noi avevamo pesantemente contestato, ad oggi, per vicende note, risulta essere sospesa.

    A Crotone, poi, non tenendo assolutamente in considerazione le uscite per quiescenza del personale in servizio, sulle 4 assunzioni autorizzate una riguarda addirittura un chirurgo angioplastico che non sappiamo a cosa possa essere adibito considerando che la struttura ospedaliera del San Giovanni di Dio è priva, ad oggi, nonostante le innumerevoli rivendicazioni territoriali, di un reparto di emodinamica.

    Stesso destino per l’Asp di Catanzaro che dovendo servire un territorio molto ampio, e con fuoriuscite dal lavoro numericamente rilevanti, con le 11 assunzioni autorizzate non avrà neanche il tempo di leccarsi le ferite prodotte dalla emergenza in cui versa.

    Discorso un po’ diverso per quanto riguarda l’Asp di Vibo Valentia e per l’Azienda Mater Domini: li in effetti una boccata di ossigeno arriva con le autorizzazioni previste anche se non risolutive. In particolare l’Asp di Vibo, che oggi versa in una situazione drammatica, nonostante le 89 autorizzazioni previste, e nonostante gli sforzi che dovrà fare, nel prossimo futuro non sarà comunque in grado di fornire tante prestazioni specialistiche e di cura e dovrà, come succede già oggi, richiedere l’accesso ai servizi dell’Hub di riferimento che è il Pugliese Ciaccio.

    E se il Pugliese Ciaccio, per le cose che abbiamo appena detto, continuerà a rimanere indebolito dalle scelte sin qui fatte dall’Ufficio del Commissario, paradossalmente anche quella boccata di ossigeno della Asp di Vibo si trasformerà in un agguato mortale per la sanità di quel territorio. Sostanzialmente l’Area centro della Calabria, quella più di altre deputata a nostro avviso ad essere riferimento per l’offerta di salute della nostra Regione, (non sarà un caso se è proprio in quest’area che si discute dell’integrazione tra l’università e l’Azienda Ospedaliera del Pugliese Ciaccio per realizzare un polo sanitario di interesse non solo regionale) ne esce fortemente penalizzata e depotenziata.

    Per chiudere definiamo ancora più incomprensibile la parte del decreto che impone la chiusura dei rapporti di lavoro flessibile e, di conseguenza, il licenziamento dei precari, in una situazione in cui forze sociali ed istituzioni stanno tentando di dare soluzione alle tante figure interessate e che allo stato risultano essere indispensabili per il mantenimento dei Lea nei nostri presidi, ad iniziare dalla A.O. Pugliese Ciaccio.

    Ci sembra oramai improcrastinabile, pertanto, una azione da parte dei sindaci di tutta l’area centro della Calabria che, se vogliono continuare a dare garanzie sulla sostenibilità dell’offerta di salute ai propri cittadini devono incominciare a pensare che rispetto alla straordinaria emergenza che si è determinata si può solo rispondere con azioni straordinarie e di grande responsabilità.

    Nessuna lamentela rispetto alle assunzioni previste quindi, ma una necessaria riflessione sui criteri utilizzati per le scelte adottate e sulle ricadute delle stesse sul sistema sanitario calabrese e sui bisogni di salute delle nostre popolazioni che ci portano a rivolgere un invito al sindaco della città capoluogo di regione a che possa convocare sin dalle prossime ore un incontro con i sindaci delle città capoluogo di provincia dell’area centrale e il management delle aziende ospedaliere e sanitarie di quei territori per intraprendere azioni comuni e far fronte al disastro che da anni ormai si perpetra nei confronti di quei territori’.

    (immagine di repertorio)

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