Candidabilità Mascaro,Procura generale Catanzaro ricorre in Cassazione

Chiesto l'annullamento della sentenza con la quale la Corte d'appello ha rigettato la richiesta di incandidabilità del sindaco di Lamezia

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    La Procura generale di Catanzaro ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della sentenza con la quale la Corte d’appello ha rigettato la richiesta di incandidabilita’ dell’ex sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, in carica nel 2017, anno in cui il Comune fu sciolto per presunti condizionamenti da parte della criminalita’ organizzata. Mascaro, dopo lo scioglimento dell’ente, si e’ ricandidato a sindaco ed e’ in corsa per il turno di ballottaggio fissato per domenica prossima, 24 novembre. Nel ricorso, – scrive l’Ansa – presentato dall’Avvocato generale Beniamino Calabrese e dal sostituto procuratore generale Raffaela Sforza, si afferma, tra l’altro, che, nel momento dello scioglimento dell’ente, “Mascaro, in qualita’ di sindaco, rivestiva una posizione di vertice, con la conseguenza che il mancato esercizio delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo, di vigilanza e di controllo a lui spettanti nei confronti dell’apparato burocratico integra la colpa. E’ sufficiente, per l’incandidabilita’, che l’amministratore sia stato in colpa nella cattiva gestione della cosa pubblica, aperta ad ingerenze ed alle pressioni delle associazioni criminali operanti sul territorio. Ovvero che, pur senza sconfinare nell’illecito, abbia favorito l’ingerenza di associazioni criminali o il condizionamento delle stesse sulla gestione dell’ente territoriale.

    A fini preventivi puo’ bastare, infatti, anche soltanto un atteggiamento di debolezza, omissione di vigilanza e controllo, incapacita’ di gestione della macchina amministrativa da parte degli organi politici che sia stato idoneo a beneficiare soggetti riconducibili ad ambienti controindicati”. Per quanto riguarda il Comune di Lamezia Terme, sostiene ancora nel ricorso la Procura generale di Catanzaro, “tutte le principali attivita’ sono state portate avanti dall’amministrazione comunale, sindaco compreso, senza alcuna delle cautele che sarebbe stato necessario adottare a tutela della legalita’, in un territorio caratterizzato dalla presenza di sodalizi criminali di stampo mafioso”.

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