Inchiesta Reventinum: chiesto processo per cosca Scalise

Sono 4 i rinvii a giudizio richiesti dalla Procura distretturale antimafia di Nicola Gratteri, per quattro indagati alcuni dei quali hanno avuto un ruolo primario nella vicenda dell'omicidio dell'avvocato Francesco Pagliuso


Per quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta Reventinum la Procura distrettuale antimafia diretta da Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio contestando a vario titolo le accuse di associazione a delinquere, omicidio, sequestro di persona, estorsione, danneggiamento e violenza privata. Si tratta di Luciano Scalise – considerato a capo dell’omonima cosca del Reventino e accusato di essere il mandante dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso – di suo padre Pino Scalise, di Angelo Rotella e di Marco Gallo, accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio Pagliuso. 

I quattro indagati furono coinvolti nell’indagine condotta dai Carabinieri e dalla Dda che portò nel gennaio del 2019 all’emissione di 12 provvedimenti di fermo a carico di presunti componenti delle cosche rivali dei Mezzatesta e degli Scalise operanti nel territorio montano del Reventino. 

Pino Scalise è accusato dalla Procura, insieme a tre complici, di aver privato della libertà personale l’avvocato Francesco Pagliuso, conducendolo in un bosco, dove sarebbe stato incappucciato, malmenato e minacciato di essere scaraventato in un fosso scavato con un mezzo meccanico. Nella vicenda gli inquirenti avrebbero riscontrato il concorso morale dell’avvocato Antonio Larussa, il cui processo con rito abbreviato è in corso davanti al gup. Il legale avrebbe infatti rappresentato agli appartenenti alla cosca lo scarso impegno professionale da parte del collega Pagliuso e una serie di errori nella linea difensiva nell’ambito di un processo in cui era imputato Daniele Scalise, del quale era diventato nel frattempo codifensore.   

Luciano Scalise e Angelo Rotella sono accusati di un episodio di estorsione nei confronti di un imprenditore e di danneggiamento aggravato. 

Marco Gallo è considerato dalla Dda un killer al servizio degli Scalise, in carcere dal luglio 2017 per gli omicidi di Gregorio Mezzatesta e del fruttivendolo Francesco Berlingieri. Sarebbe stato lui, la notte del 9 agosto 2016, a sparare contro il penalista Francesco Pagliuso, mentre era ancora in auto davanti alla sua casa di Lamezia. 

I quattro compariranno il prossimo 8 gennaio davanti al gup Antonio Battaglia, che ha individuato come parti offese i parenti dell’avvocato Pagliuso e i comuni di Serrastretta, Soveria Mannelli, Decollatura, Platania, Lamezia Terme e l’associazione antiracket “Ala Lamezia”.

Antonio Capria