“Medicina e Tecnologie digitali, si tuteli il corso di Ingegneria Biomedica dell’Umg”

L’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro ribadisce le perplessità espresse nel 2020

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    “In merito al dibattito sul corso di laurea in Medicina e Tecnologie Digitali dell’Università della Calabria che oggi pare essere ripreso, giova ricordare come l’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro, nel mese di dicembre 2020 e ad inizio 2021, ancor prima che venisse ufficialmente istituito il suddetto corso, avesse espresso diverse perplessità al riguardo”, è quanto si legge in una nota diffusa dal presidente degli Ingegneri catanzaresi, Gerlando Cuffaro.

     

    “Oggi come allora – prosegue -, il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro ritiene che sia di fondamentale importanza tutelare e magari potenziare la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, che rappresenta anche un volano per l’unico corso di laurea in Ingegneria della provincia che è quello ad indirizzo biomedico. Questo è inserito nell’offerta formativa dell’Ateneo catanzarese da circa 20 anni e ha formato centinaia di professionisti ora affermati in tutta Italia, molti dei quali sono iscritti presso l’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro”.

     

    “Il corso di Ingegneria Biomedica dell’Umg è altamente specialistico nel settore dell’ingegneria e fa da ponte tra il mondo medico e quello tecnologico costruendo la figura dell’ingegnere biomedico/clinico, fortemente in espansione nel settore: l’auspicio è che il sistema sanitario calabrese possa incrementare il numero degli ingegneri biomedici/clinici all’interno delle strutture ospedaliere, dotandole, quindi, di figure specialistiche oggi indispensabili, così come avviene in importanti realtà ospedaliere italiane.  Purtroppo, infatti, appaiono ancora ridotte, sul territorio calabrese, le realtà ospedaliere che si sono dotate strutturalmente di queste figure (salvo qualche piccola eccezione, per rimanere nella città di Catanzaro, come l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, che svolge un pregevole lavoro in questa direzione con la struttura di ingegneria biomedica)», continua Cuffaro e riprende: “Quanto al corso interateneo attivato presso l’Unical, si ribadisce quanto detto in passato: il corso prevede il conseguimento, in aggiunta al titolo di dottore in Medicina e Chirurgia, anche la laurea triennale in Ingegneria Informatica indirizzo Bioinformatico in un contesto in cui alcuni gruppi di lavoro del Consiglio Nazionale degli Ingegneri stanno mettendo in discussione lo schema formativo della laurea triennale e, successivamente, di quella magistrale, del cosiddetto sistema del 3+2”.

     

    “In un panorama sanitario a forte impatto tecnologico è del tutto corretto considerare il medico del futuro come un professionista che abbia, oltre ovviamente a solide competenze cliniche, anche una importante formazione tecnologica, pur non potendosi, a nostro avviso, mai sostituirsi a quella dell’ingegnere biomedico/clinico”, afferma ancora Cuffaro.

     

    “Tale posizione, com’è chiaro, prescinde da qualsiasi questione campanilistica, anzi è volta a tutelare i corsi di ingegneria che formano e immettono nel mondo di lavoro professionisti validi, come avviene all’Umg e alla stessa UniCal, oltre che gli stessi professionisti – prosegue la nota -. A parere di questo Ordine, duplicare e così depotenziare la Facoltà di Medicina di Catanzaro, significa dare un duro colpo al corso di Laurea di Ingegneria Biomedica: l’Ordine, nel suo ruolo di tutela della professione, farà il possibile per scongiurare tale eventualità”.

     

    “L’Università calabrese, intesa come l’intero insieme degli Atenei operanti sul territorio, deve ragionare e lavorare di sistema, non c’è spazio per la contrapposizione tra gli Atenei: ecco perché chiaramente non c’è alcuna contrarietà alla collaborazione tra le Università, anzi ben venga, ma si è assolutamente contrari a scelte poco funzionali alle vocazioni e ai percorsi didattici costruiti con grande fatica da tutti gli Atenei calabresi nel corso degli anni.  Occorre salvaguardare una strategia di insieme tra le Università, per cui se da un lato ha avuto senso istituire a Catanzaro, in un quadro formativo di carattere sanitario, il corso interateneo di Ingegneria Biomedica con la presenza della Facoltà di Medicina, non avrebbe senso, ad esempio, in questo momento storico, aprirne nel capoluogo uno di ingegneria civile, elettronica, meccanica e altre specializzazioni, perché fuori vocazione. Minacciare questo equilibrio formativo rischierebbe di indebolire l’intero sistema universitario calabrese”, aggiunge ancora il presidente.  

     

    Così Cuffaro conclude: “Sulla base di queste ragioni, che appaiono condivisibili e non si prestano certo a strumentalizzazioni di carattere campanilistico, non sembra sensato aver istituito il corso di Laura di cui sopra presso l’Unical anziché presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, pertanto l’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro ribadisce che, nel suo precipuo ruolo di tutela della professione, è lieto di vedere riaprirsi la discussione sul tema. Nel contribuire al dibattito e stimolando la discussione, quindi, chiede di avviare un’analisi accurata dei dati provenienti dal mondo accademico italiano”.

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