“L’anacronistica fermezza sulla … scuola!”

Alberto Capria: "Cosa mai sarebbe accaduto se gli allievi fossero rientrati nell’ultimo giorno di gennaio, magari intensificando la campagna vaccinale"

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    “Ribadisco con pacatezza opinioni personali, ipotizzando soluzioni con nessuna pretesa di infallibilità.
    Del resto nel mondo esistono due tipologie di esseri umani: quelli che sbagliano ed ammettono il loro errore e quelli che sbagliano e non lo ammettono. La terza tipologia, che annovera ‘chi sta sempre con la ragione, mai col torto’ direbbe Guccini, è categoria che è bene … non frequentare.
    Siamo nel pieno della quarta ondata di Covid 19 che ancora condiziona la nostra quotidianità: soprattutto la scuola, che non era un luogo sicuro quando la fascia di età particolarmente interessata al contagio erano gli ultra 50enni, figuriamoci oggi.
    Con mille accorgimenti, spostando aule ed arredi, sacrificando spazi e laboratori, improvvisandoci Contact- tracer e soprattutto grazie ai comportamenti corretti degli studenti, siamo riusciti a contenere l’esplosione dei contagi scolastici nel periodo 1 settembre – 15 dicembre; quando l’Italia si attestava sui 20/30mila casi al giorno ed i ricoveri e le terapie intensive erano ‘a livello fisiologico’ (provate a parlare di livelli fisiologici a chi è finito in terapia intensiva).
    Adesso il contagio – come ipotizzavano epidemiologi, virologi – è esploso: oltre 200mila casi al giorno, ricoveri triplicati, terapie intensive al limite, consistente il contagio fra gli under 15.
    E non è strano che sia avvenuto se … il Natale va vissuto, i regali sono irrinunciabili, i cenoni vanno ‘osservati’, le riunioni conviviali e le ricorrenze vanno celebrate.
    Stiamo contenendo il numero di decessi solo grazie ai vaccini. Il plateau, raggiunto il quale la curva dei contagi si assesta e dopo tende a scendere, è atteso per la 3^ settimana di gennaio.
    Senza nessuna ratio, in questo scenario da tempesta perfetta, le scuole dovranno inspiegabilmente seguire il calendario ipotizzato a settembre. Flessibilità? Neanche a parlarne; cambiare in corso d’anno? E perché mai; adattare il calendario scolastico? No: mai tornare indietro su decisioni prese!
    Premesso che tutte le opinioni sono ‘opinabili’ – anche se le opinioni di chi conta divengono decisioni e norme a cui tutti ci si deve adeguare (è la democrazia, bellezza!) – mi chiedo cosa mai sarebbe accaduto se i nostri allievi fossero rientrati a scuola nell’ultimo giorno di gennaio, magari intensificando la campagna vaccinale dedicata. Senza ricorrere alla vituperata DaD, si sarebbe potuto ipotizzare lo slittamento delle vacanze a fine gennaio e, con date diverse in base ai calendari regionali, recuperare a giugno due settimane, di fatto soltanto … posposte.
    ‘Ma, obietta qualcuno, così salterebbe l’esame (in) conclusivo del 1° ciclo d’istruzione; e gli esami così detti di maturità, li si dovrebbe collocare fra il 25 giugno 20 luglio’.
    Vero: e dunque? Cosa mai sarebbe accaduto? Quale grave lutto avrebbe oscurato i nostri giorni? Quale nefasto effetto si sarebbe prodotto sulla quotidianità didattica?
    La scuola è struttura basilare del vivere civile ed è il presente ed il futuro di una Nazione: ecco perché prese di posizione anacronistiche – vista la situazione – unite a inspiegabile quanto sciocca fermezza nelle decisioni assunte, non le fanno bene.
    Ma a noi è dato, parafrasando Brecht, sederci dalla parte del torto: dato che tutti gli altri posti … sono occupati!”
    Alberto Capria – Dirigente Scolastico

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