Il MGFF parte oggi con l’opera prima di Bocci “regista”

Stamattina la conferenza stampa. Alle 21.30 il via ufficiale della kermesse

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    Sarà “A Tor Bella Monaca non piove mai” a tagliare questa sera il nastro della diciassettesima edizione del Magna Graecia Film Festival. E’ con l’opera prima di Marco Bocci che il direttore artistico Gianvito Casadonte ha deciso di aprire infatti la kermesse, inaugurata già questa mattina con la prima delle conferenze stampa di presentazione dei film in concorso.

    Introdotto dal critico cinematografico Antonio Capellupo, Marco Bocci, qui in veste di regista e autore, ha quindi presentato all’hotel Perla del Porto, il suo primo lungometraggio, trasposizione a sua volta del suo primo romanzo.

    Già perché a Bocci, i panni dell’attore belloccio amato soprattutto dal pubblico femminile, pare stiano un poco stretti: ai presenti, l’attore ha raccontato quanto in verità siano stati la regia e la scrittura ad affascinarlo, prima ancora che la recitazione. E questo fin dagli esordi: Bocci ha ripercorso i primi studi in Architettura – che, come ha sottolineato Capellupo, ritornano sotto molti aspetti anche nel film in concorso al Festival -, il fondamentale per quanto fortuito incontro con l‘attore Giorgio De Virgiliis, i primi lavori con Ronconi, Melato e Popolizio, che hanno di fatto gettato le basi del Bocci che sarebbe stato. E che oggi presenta una storia ambientata nella periferia romana per eccellenza, interpretata sullo schermo da un cast invidiabile. A partire da Andrea Sartoretti, Libero Di Rienzo e Antonia Liskova, i protagonisti, affiancati da Giorgio Colangeli, Massimiliano Rossi, Lorenza Guerrieri, Federico Tocci e tanti altri volti più o meno noti del cinema italiano, tutti hanno dato corpo ai personaggi del libro.

    «Sono tanti anni che scrivo, lo faccio fin da bambino – ha raccontato Bocci -, è come una sorta di esigenza privata.

    C’erano tante storie prima di questa, ma è stato dopo essermi trasferito a Roma, in periferia, che ho scoperto in questa aspetti diversi

    ed è nato dentro di me il desiderio di raccontare una Tor Bella Monaca alternativa, fatta di persone serie, oneste», che sono  costrette a vivere in contesti difficili, tali da cementare preconcetti e generalizzazioni facili per l’intero mondo delle periferie.

    Il personaggio di Romolo (Sartoretti) «è proprio la metafora di Tor Bella Monaca – ha spiegato il regista -. Ha sbagliato una volta e nonostante il suo impegno massimo fa tanta fatica».

    Oltre a essere un film di «grandissima cura registica», come lo ha definito Capellupo, “A Tor Bella Monaca  non piove mai” infatti chiarisce due aspetti della periferia romana già dal titolo: a Roma quando si dice che piove è una sorta di avvertimento sull’arrivo della polizia, ma in questo caso, hanno spiegato è anche «il desiderio di un inondamento che possa ripulire tutto».

    Il film non è solo questo, poiché parla anche di amore, in tutte – o quasi – le sue sfaccettature

    Romolo è il fratello di Mauro (Di Rienzo), innamorato di Samantha (Liskova), e grande importanza ha nella trama il rapporto con i loro parenti. «Sono sempre stato attratto dai rapporti interni alla famiglia – ha detto Bocci prima dei saluti finali -, perché sono talmente intensi quanto complicati».

    L’appuntamento è dunque per questa sera, alle 21.30 all’area del Porto, per il via ufficiale al Festival.

     

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