L’uomo del labirinto di Carrisi e il fascino di Laetitia Eido al Mgff

Presente il presidente della Regione, Jole Santelli

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    E’ iniziata un po’ più tardi del solito, ma con un attestato di stima rivolto alla governatrice Jole Santelli, la sesta serata del Magna Graecia film festival. Il direttore artistico e ideatore della kermesse Gianvito Casadonte ha tenuto a salutarla pubblicamente come ringraziamento per la “visita” della stessa di ieri sera, «Da dieci anni il Festival non riceveva come ospite il presidente della Regione. Questo dimostra il suo spessore», ha detto.

    A seguire, subito dopo, ci sono stati anche altre rappresentanti delle istituzioni, a partire dal consigliere regionale Sinibaldo Esposito che ha consegnato la Colonna d’oro di Affidato a Ivan Carlei, originario di Lamezia Terme, direttore di Fiction Rai1. A salire sul palco è stato anche il sindaco della Città di Catanzaro Sergio Abramo, che ha a sua volta premiato con una targa per la danza Marco Masciari, giovane talento formato nella sala del maestro Francesco Piro, vincitore del primo premio al Prix de Lausanne, da settembre al Royal Ballet di Londra.

    Red carpet di grazia e raffinatezza, poi, con la star internazionale della serata, Laetitia Eido. L’attrice franco libanese ha voluto salutare il pubblico in italiano, sottolineando il suo grande amore per l’Italia e per il cinema italiano, in particolar modo. Eido, già protagonista nel pomeriggio di una master class al complesso monumentale San Giovanni, ha anticipato un suo prossimo film al fianco di Daniel Auteil, prima di ricevere la Colonna d’oro da parte del sindaco Abramo.

    Carolina Di Domenico ha quindi invitato sul palco Vinicio Marchioni, tra gli interpreti de “L’uomo del labirinto” di Donato Carrisi, il film che di lì a poco sarebbe stato proiettato.

    Il thriller, opera seconda dello scrittore, è basato sul suo romanzo omonimo, e vanta un cast stellare, con Dustin Hoffman e Toni Servillo nei due ruoli principali della pellicola. Insieme a loro anche Valentina Bellè e lo stesso Marchioni, appunto.

    Nonostante il freddo, gelido nell’area del Porto, il pubblico – non numerosissimo a dire il vero -, è rimasto fino alla fine del film, terminato a notte fonda. E ancora qualcuno si è pure intrattenuto oltre per seguire il breve dibattito con il critico Antonio Capellupo e Marchioni, post proiezione.

    L’attore non ha potuto non soffermarsi sull’umiltà necessaria al cospetto dei grandi, lui che con Servillo ha anche fatto un lavoro su Cechov. In questo, pare che Carrisi sia stato molto chiaro: «Ci ha detto che i personaggi protagonisti non erano quelli di Hoffman e Servillo. Solo guardandolo, questo film, ci siamo resi conto di cosa intendeva». Una serie di personaggi, quasi un film corale, dove «grandissima cura è stata dedicata alla ricreazione dei loro stessi universi», ha detto l’attore. Il risultato è, grazie anche alla trama ben congegnata da Carrisi, un film che tiene inchiodato lo spettatore fino alla fine. Lo sanno bene i temerari che, armati di qualsiasi possibile difesa contro il freddo, erano là.

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