Fondazione Politeama: costi, posti a sedere e spettacoli. Come ripartire

Le speranze del direttore generale Aldo Costa e del sovrintendente Gianvito Casadonte rispetto alla prossima stagione teatrale

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    La stagione è praticamente pronta, ma il numero massimo di spettatori consentiti sarà il vero ago della bilancia che determinerà il cartellone che verrà. Sono piuttosto chiari su questo i vertici della Fondazione Politeama: il teatro progettato da Portoghesi, nell’epoca del Covid deve purtroppo tenere conto soprattutto di questi aspetti, prima di alzare il sipario.

    «Siamo in attesa di nuove disposizioni del Ministero in merito alla capienza – spiega il direttore generale Aldo Costa -, perché al momento il massimo consentito è di 200 spettatori». Non che non si possa fare una stagione di qualità anche con questi numeri, intendiamoci, ma se ad esempio si volesse pensare alla lirica, tra gli appuntamenti più costosi da sostenere per un teatro, si potrebbe fare? «Non  si può escludere l’eventualità – conferma Costa -, ma solo se si possono accogliere almeno un 500 spettatori a serata, con l’ipotesi di una doppia recita», così da poter ottimizzare i costi. «E’ un discorso che vale per tutti gli spettacoli più onerosi, e comunque più richiesti», ci tiene ad aggiungere.

    Si naviga a vista, insomma, come dappertutto: «In Germania si sta cominciando a pensare alla possibilità di aprire gli stadi con una capienza del 20% rispetto alla complessiva – ipotesi sfumata poco dopo le affermazioni di Costa, ndr -, e anche qui, se non dovessero esserci grossi cambiamenti, si farà qualcosa di simile», che è la speranza di tutti. Ogni cosa dipende dalla curva dei contagi, è facile immaginarlo, e l’apertura delle scuole, ed eventualmente, in un secondo tempo gli stadi, saranno già un banco di prova.

    Intanto al Politeama tutte le misure di protezione e i protocolli sono stati applicati a dovere

    «Abbiamo sanificato il teatro, la biglietteria è stata dotata di appositi pannelli separatori in plexiglass, siamo praticamente pronti», conclude Costa, con le dita incrociate.

    Più scettico sembra invece il sovrintendente Gianvito Casadonte che pure viene dall’esperienza del Magna Graecia film festival, dove tutto lo staff e gli ospiti hanno anche effettuato i test sierologici per maggiore sicurezza di ognuno, e tutto è filato liscio. «Mettere al primo posto la salute degli spettatori è stato il primo pensiero, come del resto lo è stato anche al teatro Politeama lo scorso inverno – racconta -, non a caso a febbraio abbiamo evitato un possibile focolaio».

    Il riferimento è all’episodio, passato pure un po’ in sordina, dell’annullamento dello spettacolo “Le signorine” – con la compagnia pronta ad andare in scena -, per un caso positivo al Covid interno alla stessa produzione dello spettacolo. Seguirono polemiche da più fronti, messe a tacere solo dopo una manciata di giorni dalla notizia del ricovero in ospedale di una delle due protagoniste dell’opera, Giuliana De Sio, pure lei positiva al virus: «Abbiamo avuto un coraggio notevole – ammette Casadonte -, con tutti i risvolti economici che una simile scelta poteva comportare. Nessuno ancora parlava di chiusura, chi poteva pensare ciò che sarebbe di lì a poco accaduto?». Però «la salute viene prima di ogni altra cosa, a maggior ragione quella dei nostri abbonati e degli spettatori – prosegue -, dobbiamo solo capire come dobbiamo comportarci però. Perché si può viaggiare in aereo gli uni vicini agli altri? Perché si può sui treni e su tutti i mezzi di trasporto? Sono sempre luoghi chiusi, come i teatri che, invece, sono il settore più penalizzato, il primo a chiudere tra l’altro».

    «La nostra speranza è vedere come va dopo l’apertura delle scuole – conferma -, ma bisogna pure dire che alcune Regioni stanno facendo delle cose in autonomia. In Puglia ad esempio stanno aumentando il numero degli spettatori consentiti. Se il settore del cinema sta in qualche modo ripartendo, quello del teatro è ancora in ginocchio e questa è una cosa che mi preoccupa tanto».

     

     

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