Cinema, Calibro 9 esce in streaming ed è già nei gradimenti del pubblico

Parte delle scene del film sono state girate a Catanzaro

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    E’ uscito da qualche giorno in streaming e sta ottenendo un discreto successo, “Calibro 9”. Penalizzato dalle sale chiuse a causa dei provvedimenti in contrasto alla pandemia da Covid-19, il film di Toni D’Angelo è stato diffuso , ma, almeno dalle nostre parti però, in sordina. Eppure Catanzaro ha ospitato alcune delle scene girate in Calabria, e in tanti, a vario titolo, vi hanno preso parte con entusiasmo, muovendo forse i primi passi in un ambiente che potrebbe riservare non poche sorprese per il  nostro territorio.

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    “Calibro 9” è un vero e proprio omaggio a quel titolo se non all’intero genere degli anni ’70

    Torniamo al film, sequel del celebre poliziottesco “Milano Calibro 9” di Ferdinando Di Leo del 1972: “Calibro 9” è un vero e proprio omaggio a quel titolo se non all’intero genere degli anni ’70, prodotto da Gianluca Curti – e Santo Versace -, già presidente della Calabria Film Commission, figlio di Ermanno che a suo tempo aveva prodotto il precedente. Ma i legami con “Milano” sono chicche rintracciabili in tutto il film, a partire dai nomi: il protagonista, interpretato da Marco Bocci, è il figlio di Ugo Piazza – il Gastone Moschin del film del ’72 -, e si chiama Ferdinando, mentre il poliziotto, Alessio Boni, di cognome fa Di Leo. Che dire poi del cameo di Barbara Bouchet, nella parte della madre di Piazza/Bocci, compagna di Ugo Piazza nel precedente.

    Con un carico simile, le aspettative degli amanti del genere non possono non essere alla base del successo che il film di D’Angelo sta ottenendo su Sky Cinema, Chili, e Youtube premium (e Google play) – al momento le piattaforme su cui la pellicola è disponibile –, tra i più visti del periodo.  Denaro, rispetto, passione, inseguimenti rocamboleschi, sangue e fiducia a fasi alterne sono gli argomenti di Calibro 9 – realizzato con il contributo della Regione Calabria e della Calabria Film Commission e prodotto da Rai Cinema e Minerva, insieme a Gapbusters -, ma per Catanzaro e provincia sono anche la possibilità di riconoscere volti tra le comparse, e soprattutto luoghi.

    Tutti i luoghi della città che nella pellicola sono diventati un set cinematografico

    Vedere come viale Emilia a Catanzaro, ad esempio, sia lo scenario di un inseguimento rocambolesco che arriva fino al mare, o ancora i tornanti che conducono a Stalettì, con scorci del suggestivo centro storico, covo di un boss ricercato, e poi l’aeroporto di Lamezia Terme, il lungomare di Reggio Calabria. Uno degli aspetti “nuovi” di questo “Calibro 9” – c’è anche Michele Placido, tra gli interpreti – è proprio il non avere un riferimento geografico unico: con i soldi che viaggiano ormai in rete, e lo scenario internazionale a fare da sfondo a traffici e malaffare, questo è un film molto più contemporaneo, che va da Milano ad Anversa, passando per Toronto e la Calabria.

    Qualche approssimazione, percepibile solo dai locali, non toglie nulla ad un film in cui non è la verosimiglianza a essere protagonista

    Non manca di certo qualche approssimazione che solo i locali, forse, possono individuare: se Ksenia Rappoport che pure ha un suo modo di recitare che la rende unica, risulta poco “calabrotta”, le cadenze dei vari esponenti delle ‘ndrine si riferiscono a differenti zone della Calabria, talvolta neanche citate, e pure il nome Còrapi – la famiglia contrapposta agli Scarfò, nel film -, qui diventa Coràpi. Ma del resto, non è la verosimiglianza a essere protagonista del film: la ‘ndrangheta e tutto il suo contorno è quasi solo un pretesto per il racconto, che è ben altro rispetto alla cronaca.

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