E’ morto Franco Battiato, genio assoluto dell’arte italiana

Tra i tanti concerti in città ricordiamo quelli allo stadio, all’arena Magna Graecia e al Teatro Politeama

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    Genio assoluto. Per quanto qualsiasi termine sia riduttivo, non c’è altro modo per definire Franco Battiato.

    Il cantautore siciliano è morto questa mattina nella sua casa, a Milo, il piccolo centro alle porte di Catania che da sempre, e suo malgrado ancora di più negli ultimi tempi, era il suo rifugio, vera roccaforte. Intellettuale a tutto tondo, ha saputo unire l’alto al pop, rivoluzionandolo: dalla poesia alla filosofia, dal rock alla classica, passando per l’elettronica e il cinema, con una spiritualità profonda Battiato ha saputo coniugare ogni aspetto e stile quasi fosse una magia, in maniera leggera, accessibile a tutti. La sua popolarità – sembra pure fuori luogo questa, di parola -, è stata decisamente trasversale, ha emozionato più generazioni e tante ancora ne toccherà, riuscendo a farsi strada fra la gente.

    Chi non conosce “La cura”? O “Centro di gravità permanente”, “I treni di Tozeur”? E poi ancora “Up patriots to arms”, “Povera Italia”, “E ti vengo a cercare”, “Cuccurucucù”, “La stagione dell’amore”, “Voglio vederti danzare”, “L’era del cinghiale bianco”, “Shock in my town”, solo per citarne qualcuna. Lo sanno bene i catanzaresi che in questi ultimi anni non sono mai mancati agli appuntamenti con colui che a pieno titolo si era guadagnato l’appellativo di maestro.

    Nei suoi tanti concerti catanzaresi – ma non gli unici in Calabria -, Franco Battiato ha sempre registrato numeri da record: c’è chi lo ricorda allo stadio cittadino negli anni ’80 per una serata memorabile come ogni sua esibizione dal vivo. In tempi più recenti, con uguale entusiasta accoglienza il “maestro” è stato anche protagonista di indimenticabili spettacoli all’arena Magna Graecia, nel 2003, e poi anche nel 2009 e nel 2013 e nel 2015 quando la magia si era ripetuta al Teatro Politeama. Sempre sold out, sempre emozioni uniche: chi c’era sa che affermare che sia stato un privilegio, non è un semplice modo di dire.

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