Trent’anni di scoutismo: è festa per il gruppo Agesci “Catanzaro 10”

A Pistoia organizzata una tavola rotonda per parlare delle sfide dell’educazione

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    Trent’anni di scoutismo vissuti con passione e impegno in favore dei ragazzi ma, più in generale, di un intero quartiere. Una proposta completa che tiene conto del modello educativo teorizzato da Baden Powell all’inizio del secolo scorso ma che resta, ancora oggi, di grande attualità. Il gruppo Agesci “Catanzaro 10”, operativo nella zona sud della città e, più nello specifico, tra i quartieri Corvo e Pistoia, ha deciso di celebrare questo appuntamento con una tavola rotonda dal tema: “Si impara da piccoli a diventare grandi: le sfide di educare oggi”. Un momento che, lo scorso sabato pomeriggio, ha animato il salone parrocchiale della chiesa “Santa Maria della Speranza” grazie all’intervento di alcuni ospiti ed esperti nei vari settori sui quali ci si è interrogati. Protagonisti i ragazzi del “clan” “Avventurieri servizievoli” i quali hanno prima introdotto i singoli argomenti – Famiglia, Chiesa, Social, Politica, Scuola, Scout – evidenziandone pro e contro, cedendo quindi la parola alle testimonianze moderate da Massimo Martelli, direttore della Comunità ministeriale per minori di Catanzaro.

    Generico giugno 2022

    Un confronto schietto, senza fronzoli, partito dalla riflessione di don Giorgio Pilò sul ruolo della Chiesa e del suo essere portatrice di valori ma anche di dogmi difficili da accettare, come hanno detto i ragazzi. E’ toccato a Sergio Lavecchia discutere sull’importanza del metodo scout incentrato sull’imparare facendo, disquisendo anche sulla considerazione, arrivata dai ragazzi, che oggi è difficile far comprendere l’importanza del modello educativo teorizzato da Baden Powell. Lavecchia, in modo provocatorio, ha chiesto e si è chiesto se oggi ha ancora senso fare scoutismo. Chiaramente la risposta, arrivata anche in seguito dal dibattito con il pubblico, non poteva che essere positiva.

    Generico giugno 2022

    Emozionante la testimonianza della famiglia Milasi che ha raccontato l’accoglienza straordinaria ricevuta dal proprio figlio all’interno del gruppo scout. Sui social – sinonimo di scoperta ma anche di maschera – si è intrattenuto il vicedirettore di Catanzaroinforma, Davide Lamanna, il quale ha sostenuto che non si può continuare a demonizzare i social “visto che– ha detto – i social siamo noi” ma è necessario attenersi alla “netiquette”, a quelle regole a volte non scritte che dettano i giusti comportamenti da adottare. A tal proposito ha suggerito ai ragazzi di leggere il “Manifesto della comunicazione non ostile”. Il tema politica è toccato al neoconsigliere Gianmichele Bosco. La critica più diffusa è stata quella del “non ascolto”, ribadita non soltanto dai componenti del clan ma anche da alcuni capi.

    “Condivido questa vostra lamentela – ha detto – e per superare questo stato di cose è necessario cambiare prospettiva: la politica va intesa al servizio della gente”. Infine la scuola, con la maestra Ninetta Serravalle che ha illustrato i principi cardine di una istituzione che si è modificata nel tempo ma che resta ancora punto di riferimento per ragazzi e famiglie “con le quali – ha spiegato – si stabilisce un patto di corresponsabilità che dovrebbe essere concordato con tutte le agenzie educative che concorrono alla formazione dei ragazzi”. Alla fine il dibattito, con le testimonianze di genitori ed educatori scout, che ha concluso un momento molto intenso. Il giusto coronamento per questi trent’anni di attività durante i quali sono state scritte pagine indelebili nel percorso di crescita di decine di ragazzi.

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