E’ morto lo scrittore Saverio Strati

Autodidatta, romanziere di quasi 90 anni. Nessun funerale. Sarà cremato

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    E’ morto lo scrittore calabrese Saverio Strati, premio Campiello 1977 per il romanzo Il Selvaggio di Santa Venere. Strati, che avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 16 agosto, si è spento a Scandicci(Firenze), dove viveva da circa 50 anni, mercoledì scorso, 9 aprile, ma la notizia si è appresa oggi. Secondo quanto si è appreso e secondo le sue volontà sarà cremato anche s enon se ne conoscono i tempi.  Quello che è certo è che non sono previste cerimonie religiose pubbliche o funerali.   La notizia del decesso dello scrittore, autore di decine edecine di racconti e romanzi, è stata accolta con commozione e dolore in Calabria e nella Locride, soprattutto a Sant’Agata del Bianco, il paese d’origine, e a Bianco dove vive la nipote Palma Comandè. “Ho sentito il figlio Giampaolo – ha detto la signora – e, pur sapendo che le sue condizioni da tempo non erano buone, nessuno riteneva la sua morte fosse così imminente”  Cordoglio è stato espresso anche da Giuseppe Strangio, sindaco di Sant’Agata del Bianco, cittadina natale dello scrittore dove recentemente, nella casa dove Strati nacque, è stata inaugurata una casa museo realizzata dall’ente in collaborazione con il Comune. “E’ scomparso un grande scrittore italiano nato in Calabria – afferma l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri – e pertanto, interpretando la volontà di tutti i calabresi, nell’arco del 2014 porteremo a compimento le iniziative avviate in vista dei suoi 90 anni e le amplieremo, a cominciare da una manifestazione durante il Salone del Libro di Torino”. A Strati, che non pubblicava da anni ed aveva problemi di salute, era stato riconosciuto un vitalizio grazie alla Legge Bacchelli. Nato come detto a  Sant’Agata del Bianco, in provincia di Reggio Calabria, Strati giunse alla letteratura dopo avere lavorato per anni come muratore e avere vissuto anche l’esperienza dell’ emigrazione in Svizzera. Studiò da autodidatta e, dopo il conseguimento della maturità classica da privatista, s’iscrisse a Lettere nell’Università di Messina, dove ebbe tra i suoi docenti il critico Giacomo Debenedetti. Pubblicò il suo primo libro, La Marchesina, che nel 1957 vinse il Premio Villa San Giovanni, e poi “La teda”, “Tibi e Tascia”, “Il Nodo”, “A Mani vuote”, “Da Gente in viaggio”, “Noi Lazzaroni” e “il Diavolaro”. 

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