Il sindaco di Verona, Tosi, una provocazione

L'esponente del Carroccio, che a gennaio ea stato ospite nel capoluogo calabrese, emana un'ordinanza provocatoria dopo il programma Report

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     LE SPIEGAZIONI DI TOSI ALL’ANSA:    “E’ una provocazione, una cosa carnevalesca”: il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha motivato così la finta ordinanza straordinaria diffusa oggi dalla sua Fondazione “Ricostruiamo il paese”, nella quale si vieta ai cittadini veronesi “ogni rapporto con persone di origine calabrese”.  “In quella trasmissione – ha spiegato il sindaco leghista – sono state costruite bufale e dette bugie. Quindi una iniziativa come questa ordinanza ci sta”. “Fra le tante esagerazioni – ha aggiunto – ricordo Ranucci che dice che la ‘ndrangheta è radicata a Verona, al punto che il capitano dell’Hellas è calabrese’. Oppure giornalisti ed esponenti del Pd che hanno accreditato la tesi che ci sarebbe stato in giro un killer della ‘ndrangheta pronto a uccidere i rivali politici di Tosi. Sarebbe stato il killer più sfigato del mondo, perché di solito vanno e colpiscono”.   “Quindi – ha concluso Tosi – siccome è stata creata un’equazione offensiva verso Verona, ma anche verso la Calabria e i calabresi, descrivendo legata alla ‘ndrangheta qualsiasi cosa di quella regione, rispetto al fango ci sta un’ordinanza in stile Report”.

     

    LA NOTIZIA DELL’ORDINANZA: Voleva dare voce agli amministratori locali. Voleva creare una sinergia (parola tanto tanto in voga ma difficile da tradurre in fatti) tra la fondazione Politeama e la fondazione Arena di Verona. Voleva appunto. Ma sarà difficile che possa farlo. Perchè? Perchè alla vigilia delle elezioni europee che dovrebbero unificare i popoli oltre i confini geografici e in barba alle ottime intenzioni, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, esattamente tre mesi dopo la sua visita a Catanzaro (era lo scorso 28 gennaio), da cui è ripartito con in valigia una divisa dei giallorossi, per rispondere all’inchiesta della trasmissione tv Report, che ipotizzava infiltrazioni della ‘ndrangheta nel Comune di Verona attraverso un assessore di origini calabresi, ha scelto una provocazione. Tramite la sua fondazione “Ricostruiamo il Pese” ha diffuso il testo di un’ordinanza shock nella quale si dispone per “tutti i presenti nel territorio comunale” il divieto, tra l’altro, di “qualsiasi frequentazione con persone provenienti dalla Regione Calabria, compresi Ministri della Repubblica e rappresentanti del Parlamento, senza preventiva consultazione del relativo casellario giudiziario”. 

    Quella dell’esponente del Carroccio è chiaramente è una frecciata al team della Gabanelli, citata esplicitamente insieme al giornalista Sigfrido Ranucci che ha curato il servizio sull’assessore Marco Giorlo, dimessosi dall’incarico poco prima della trasmissione della puntata su Verona. Il sindaco ora ordina “a tutti i capifamiglia di origine calabrese residenti nel territorio comunale” di far pervenire l’indicazione di eventuali precedenti penali e una “lettera di referenza da parte di autorità del Centro Nord oppure della trasmissione Report”.

    Tra gli altri divieti riportati nell’ordinanza, alla quale è stato assegnato anche un numero e la data del 2 maggio, c’è quello di effettuare viaggi nella Regione Calabria “senza preventiva autorizzazione del ministero degli Esteri” o quello per tutti gli uffici comunali e amministratori di “intrattenere rapporti di lavoro o altro con persone di origini calabresi” e persino il divieto di celebrare matrimoni “misti” o quello, per le società sportive di far giocare atleti calabresi. A partire, è precisato, dallHellas Verona, che detiene il cartellino del giocatore originario di Cirò Marina Domenico Maietta.

    Certo è chiaro che quella di Tosi dovrebbe essere una provocazione, bisogna solo vedere fino a che punto si spingerà e quali effetti sortirà nella pubblica opinione.

    g.z.

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