Intascavano gli arretrati della pensione, ma non erano neanche parenti dei morti

Nel cosentino una trentina di indagati per truffa

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    Hanno intascato gli arretrati,  le rate di pensione maturate e non riscosse dei nonni deceduti, ma degli anziani non erano neanche lontani parenti. Falsi nipoti, il cui legame di parentela sarebbe stato certificato da un falso stato di famiglia allegato alla dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. Trenta gli indagati nel cosentino per i quali è stato disposto dal tribunale di Cosenza, il provvedimento, firmato dal procuratore Capo Dario Granieri su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Cava, di sequestro preventivo , funzionale alla confisca per equivalente del denaro e dei beni mobili ed immobili degli stessi indagati. Secondo quanto verificato dagli inquirenti le somme indebitamente percepite vanno dai seimila ai 17mila euro per un totale di circa 250mila euro. E’il danno subito dall’Inps. Per gli indagati l’aggravante del fatto commesso in danno di un ente pubblico. Il sistema era semplice e diffuso tanto da indurre in errore i funzionari dell’ente previdenziale, studiato anche un falso verbale di visita medica collegiale con tanto di data e di commisssione per l’accertamento di invalidità. L’iter burocratico terminato con l’erogazione negli uffici postali degli arretrati negli anni che vanno dal 2006 al 2011.

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