Quel rione dedicato a Santa Rita, ecco come è nata a Catanzaro la devozione alla Santa della semplicità

Una grazia ricevuta e il dono della statua lignea hanno scritto la storia di fede di un intero rione

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    di Maria Teresa Rotundo

    E’ la Santa degli impossibili, la Santa della semplicità, del sacrificio e della famiglia, una Santa speciale, amata per la “normalità” con cui ha vissuto la sua esistenza quotidiana come moglie, madre, vedova e monaca agostiniana. E’ lei Santa Rita da Cascia che ha accompagnato la crescita della comunità di fedeli della parrocchia dei Frati Minori Conventuali del quartiere Lido di Catanzaro, che nutrono un profondo amore per la Santa della “rosa e della spina” che con il suo esempio di vita ha accresciuto la loro fede.

    Un rapporto prezioso, che ha radici lontane, scandito dalla preghiera e da profondi segni di fede, narrati dai fedeli con devozione: è’ l’Effige di Santa Rita ad entrare per ben due volte in chiesa prima delle altre statue, è a lei che i parrocchiani sono riconoscenti, è la sua storia a fare da esempio, facendo crescere di anno in anno la fede nel piccolo rione di “Casciolino”. E’ grazie alla signora Anna Grattaroti, particolarmente devota a Santa Rita, che si suggella il legame tra i parrocchiani e la monaca agostiniana, un gesto il suo dettato da riconoscenza che ha scritto la storia di un intero rione. Negli anni 50’ è proprio lei ad offrire una statua lignea di Santa Rita alla comunità a seguito di una grazia ricevuta per Sua intercessione. La statua è la prima ad abbellire i locali della vecchia chiesa e per questo i fedeli si affezionano subito all’Effige.  

    Ma non solo, perché è stata la storia di vita di Rita, così travagliata, ad affascinare i parrocchiani, da subito la sentono molto vicina a loro, molto simile a loro nell’affrontare le difficoltà della vita quotidiana. “Nel 1967, per la distrazione di un chierichetto che dimenticò un cero acceso sull’altare, parte della vecchia chiesa andò bruciata – ricorda il signor Antonio Straface – bruciarono l’altare di legno e le statue di Santa Rita, San’Anna e l’Immacolata. La signora Grattaroti ricomprò la statua di Santa Rita, l’attuale, che fu subito ricollocata nella nuova chiesa, ormai quasi completata, dove fu la statua di Santa Rita ad entrare per prima.” Questi racconti fanno pensare che la storia del rione e della comunità sia stata scritta da una mano divina, ai più scettici sembrerà un caso, ma resta il fatto che la comunità del “Sacro Cuore” non ha mai smesso di essere devota e riconoscente alla Santa. I festeggiamenti in suo onore sono da anni un appuntamento irrinunciabile, una tradizione a cui partecipa l’intera città di Catanzaro, grazie ai Frati Francescani che ne hanno sempre incoraggiato la devozione. La festa in onore della Santa, è stata istituita da Padre Giovanni Zanini, Padre Nazario Marcato e Padre Paolo Dusini, che hanno voluto proclamarla Santa della parrocchia. Padre Paolo, in particolare è l’autore del testo della canzone “Evviva Rita”, cantata ancora oggi dai fedeli durante la processione e la tradizionale “Pioggia di petali di rosa”,  e sempre a lui è legata una curiosa leggenda sulla similitudine fra Cascia e il rione Casciolino, inteso proprio come una “piccola” Cascia. “La leggenda accreditata da Padre Paolo fino alla festa di Santa Rita del 2002”, ricorda Straface, viene narrata ancora oggi dai sacerdoti durante le omelie. Un gioco di parole, forse casuale,  forse no, ma che fa comunque capire il senso di attaccamento alla Santa delle “cause disperate”. Quella della parrocchia del “Sacro Cuore” è una storia particolare, una testimonianza di fede bella, vera, profonda, che vale la pena ricordare. Una storia che lega la comunità e la spinge a crescere seguendo l’esempio di Santa Rita, che grazie al suo percorso di fede ha saputo incontrare il Signore ed esserne sua testimonianza autentica.

     

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