Reddito di cittadinanza istruzioni per l’uso: parla un esperto

Intervista a Giuseppe Buscema, consulente del lavoro, commercialista e revisore contabile


di Maria Teresa Rotundo

Se n’è parlato tanto ed ora è realtà: il decreto sul Reddito di cittadinanza, approvato lo scorso 19 gennaio, consentirà ai soggetti interessati di presentarne domanda a partire dal 6 marzo prossimo per poter ricevere il sussidio già dal mese di aprile. Ma quali sono i requisiti per poterlo ottenere? Che tipo di azioni di inserimento lavorativo prevedere? Quali potrebbero essere i suoi limiti e quali invece sono gli aspetti positivi? Ne abbiamo discusso con Giuseppe Buscema, consulente del lavoro, commercialista e revisore contabile.

Dottor Buscema, cerchiamo di delineare subito quello che è l’aspetto che probabilmente interessa di più ai potenziali fruitori del Reddito di cittadinanza. Chi ha diritto a ricevere il sussidio?

Il Reddito di cittadinanza è una misura che integra azioni di politica attiva del lavoro, aumento dell’occupazione, contrasto alla povertà e riduzione della disuguaglianza sociale e proprio per questo è rivolto ai nuclei familiari che in fase di presentazione della domanda presentino cumulativamente determinati requisiti di cittadinanza, residenza ed economici che dovranno essere mantenuti durante l’intero periodo di fruizione. Nello specifico chi ne fa richiesta deve essere un cittadino italiano, comunitario o un lungo soggiornante. Occorre, inoltre, che sia residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Ma entrando nello specifico, quali sono i requisiti economici e patrimoniali che  deve possedere il soggetto?

L’intero nucleo familiare deve possedere un valore ISEE inferiore a 9.360 euro, un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro, un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro. Quest’ultimo valore è incrementato in base al numero dei componenti della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro, alla presenza di più figli, 1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo, o di componenti con disabilità, 5.000 euro in più per ogni componente con disabilità.  Il valore del reddito familiare deve essere inferiore a 6.000 euro annui e va poi precisato che nessun componente del nucleo familiare deve possedere autoveicoli e motoveicoli immatricolati per la prima volta rispettivamente nei 6 mesi e nei 2 anni antecedenti la richiesta o di cilindrata superiore a 1.600 cc per gli autoveicoli e 250 cc per i motoveicoli. Per ultimo va sottolineato che tale misura non verrà concessa se in possesso di navi e imbarcazioni da diporto.

In che modo è possibile presentare la domanda?

La domanda deve essere inoltrata telematicamente attraverso l’apposito sito internet, presso
CAF o, presso gli Uffici Postali. Tutti i dati delle domande sono comunicate all’INPS entro 10 giorni lavorativi dalla richiesta,  la stessa verificherà i requisiti riconoscendo o negando il beneficio nei successivi 5 giorni. Se l’esito è positivo verrà rilasciata una card emessa dalle Poste Italiane.

Tra coloro che inoltreranno la domanda ci saranno sicuramente disoccupati che ricevono sussidi di disoccupazione, tali sussidi sono compatibili con il Reddito di cittadinanza?

Certamente, il Reddito di cittadinanza è compatibile con la percezione della Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASPI) e di altri strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.

Nel suo studio sono già arrivate richieste di clienti interessati a ricevere informazioni in merito a tale misura?

Si, sono pervenute richieste di informazioni e chiarimenti in merito ai benefici rivolti alle aziende che assumeranno i beneficiari del Reddito. I consulenti del lavoro si occupano soprattutto delle attività di politiche attive del lavoro piuttosto che dell’assistenza ai richiedenti il Reddito di cittadinanza. A tal proposito, è utile evidenziare che la misura prevede diverse tipologie di incentivi per le imprese che assumono i beneficiari del Reddito di cittadinanza a tempo pieno e indeterminato; così come sono previsti incentivi per i beneficiari che decidono di avviare attività imprenditoriali. Tra le attività dei consulenti del lavoro, di cui ci occupiamo nello studio, come ho detto, ci sono anche quelle di politiche attive del lavoro e già da alcuni anni operiamo per favorire l’incrocio domanda/offerta di lavoro con diverse misure: garanzia giovani, dote lavoro, tirocini, assegni di ricollocazione ed il reddito di cittadinanza si aggiunge alle misure già esistenti.

Infine, da professionista che da anni opera nel settore, può dirci quali sono gli aspetti positivi di questa misura e quali le possibili criticità che potrebbe incontrare?

L’intento è chiaro. L’obiettivo della misura, oltre all’intervento di contrasto alla povertà, è quello di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro incrementando di conseguenza l’occupazione e riducendo per quanto possibile la povertà e la disuguaglianza sociale. Se la misura porterà dei risultati, è difficile dirlo. La congiuntura economica non favorisce sicuramente la misura, è necessario poi che tutti i soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti dal Reddito di cittadinanza, svolgano il loro ruolo e poi, da non trascurare il fatto che in passato gli altri strumenti hanno registrato diverse criticità sul piano della farraginosità e della burocrazia. Anche se non si può nascondere che, in particolare nella nostra regione, c’è bisogno di un rilancio delle politiche economiche per favorire imprese ed investimenti e quindi spingere l’occupazione. Ci auguriamo poi che nella fase di conversione del decreto si possano tenere in considerazione le istanze che stanno provenendo dai diversi soggetti, consulenti del lavoro compresi, in sede di audizione parlamentare e che non si incontrino difficoltà relative a carenza di offerte di lavoro, parcellizzazione delle competenze e CPI in fase di riorganizzazione.