Rogo a San Ferdinando, muore ancora un uomo

Aveva 29 anni, Moussa Ba, senegalese, l'uomo morto a San Ferdinando nell' incendio scoppiato stanotte alle baraccopoli


Un rogo e un uomo, Moussa Ba, 29 anni del Senegal, non Aldo Diallo, 35 anni del Senegal, come era stato detto inizialmente, non c’è più. Muore, come altre vittime prima di lui. La cronaca è sempre la stessa nella baraccopoli di San Ferdinando un incendio ha provocato una vittima. 

Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco che hanno allestito una postazione fissa sul posto. Anche per gestire i crolli delle baracche, in tutto una ventina quelle distrutte dalle fiamme.

Potrebbe esserci uno dei tanti fuochi accesi dai migranti per riscaldarsi, visto il freddo degli ultimi giorni. all’origine dell’incendio divampato nella baraccopoli di San Ferdinando e che ha portato alla morte Moussa Ba. L’ipotesi emersa dai primi accertamenti compiuti dagli investigatori di polizia e carabinieri giunti sul posto e più accreditata è proprio questa. Una scintilla avrebbe provocato le fiamme che poi si sono rapidamente propagate tra le baracche fatte di materiale infiammabile come legno e plastica.

Il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, dopo l’incendio nella baraccopoli, ha convocato una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si sta svolgendo nella sede del Municipio di San Ferdinando.

Dopo la morte di Moussa Ba nella baraccopoli degli incendi c’è tensione tra i migranti

C’è tensione tra i migranti che vivono nella baraccopoli di San Ferdinando, dopo l’ennesimo incendio che ha provocato una vittima. I migranti da tempo chiedono soluzioni abitative alternative che superino l’emergenza della baraccopoli. Nel campo, stamani, c’è chi è pronto a dare vita ad un corteo di protesta fino a San Ferdinando. Al momento comunque, non si sono registrati problemi.

Con l’uomo morto la notte scorsa, con Moussa Ba, salgono a tre le vittime di incendi nella baraccopoli di San Ferdinando registrate in un anno. Il 27 gennaio 2018 perse la vita una 26enne nigeriana, Becky Moses. In quel caso l’incendio fu doloso. Pochi mesi dopo la polizia ha fermato una donna ritenuta la mandante del rogo, fatto appiccare per gelosia. Il 2 dicembre 2018, morì Surawa Jaith, del Gambia, che avrebbe compiuto 18 anni pochi giorni dopo.
In precedenza, nella baraccopoli dove nel periodo invernale vivono anche migliaia di migranti impegnati nei lavori di raccolta degli agrumi nei campi della piana di Gioia Tauro, si erano verificati altri incendi che non avevano causato vittime solo per puro caso.

L’identificazione è avvenuta in mattinata dopo che nel corso della notte, gli stessi migranti avevano indicato la vittima come Aldo Diallo. L’equivoco è nato perché Diallo mancava all’appello. In mattinata, poi, l’uomo è stato rintracciato e gli investigatori della Polizia di Stato hanno identificato Ba come la vittima dell’incendio.

Moussa Ba viveva in una piccola roulotte all’interno del campo. Le fiamme sono divampate in una baracca ad una quindicina di metri da dove si trovava, ma si sono rapidamente propagate a causa del materiale usato per costruire le baracche, legno, plastica e cartoni. Moussa Ba è stato colto nel sonno e non ha avuto scampo.