Rimozione Mannarino da Fincalabra: disposta imputazione per Oliverio

Mannarino secondo Gup non doveva essere rimosso da presidente del CDA 

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    Luca Mannarino non doveva essere rimosso da Presidente del CDA di Fincalabra così come invece ha fatto, nel novembre del 2015, l’ex Presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio, attivando la procedura del cosiddetto spoil system attraverso una interpretazione forzata dello Statuto Regionale e ricorrendo ad evidenti violazioni delle disposizioni normative in ordine alle nomine di competenza regionale.

    Sono, questi, alcuni dei passaggi contenuti nell’ordinanza del Tribunale di Catanzaro – Sezione GIP – GUP (Giudice Antonio Battaglia) con il quale si dispone che entro dieci giorni il Pubblico Ministero formuli l’imputazione nei confronti dell’ex Governatore Oliverio per il reato di abuso d’ufficio.

    I fatti risalgono al 2014 quando, a seguito di partecipazione alla selezione pubblica per titoli, Mannarino è stato nominato Presidente del CDA di Fincalabra Spa, per tre esercizi e con scadenza alla data dell’Assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio relativa al terzo esercizio della carica. – All’esito della nomina a Presidente della Regione Calabria di Oliverio veniva attivata la procedura di spoil system e Mannarino veniva dichiarato decaduto dalla carica ricoperta. Mannarino presentava, quindi, immediato ricorso al TAR che, sollevata la questione di legittimità costituzionale, rimetteva gli atti alla Consulta e, previa sospensione del provvedimento della Regione Calabria, reintegrava di fatto Mannarino nelle funzioni di presidente del CDA di Fincalabra.

    Una decisione, quest’ultima, che veniva confermata anche dal Consiglio di Stato che rigettava l’appello presentato dalla Regione Calabria. – Nonostante ciò, a novembre del 2015, Mannarino si vedeva recapitare una lettera a firma Oliverio con la quale lo si metteva al corrente della sua rimozione dalla carica di Presidente e componente del CDA (che si sarebbe maturata solo alla fine del triennio), con successiva nomina in sua vece di Carmelo Salvino, sulla base di una interpretazione dello Statuto regionale, ora confermata come assolutamente distonica rispetto al dettato normativo e forzata (Lenin Montesanto Comunicazione & Lobbying).

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