Apertura anno giudiziario Tar: “Non ci sono condizionamenti della ‘ndrangheta” video

L'obiettivo resta l'eliminazione dei ricorsi pendenti

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    Malgrado le “avversità” sopravvenute per il trasferimento di due magistrati in altra sede, fatto che ha reso difficile l’operatività della seconda Sezione, si conferma il trend di riduzione dell’arretrato prendente davanti al Tribunale amministrativo Regionale della Calabria, che è passato dai 3.260 ricorsi pendenti al 2 gennaio 2.019 ai 2.864 al 31 dicembre scorso, con una riduzione del 12%. È quanto é emerso, tra l’altro, dalla relazione sull’attività del Tar della Calabria fatta dal presidente Giancarlo Pennetti in apertura dell’anno giudiziario 2020. Nell’annualità appena trascorsa, riporta la relazione, sono pervenuti 1.962 ricorsi (“un dato stabile”, ha commentato Pennetti) e ne sono stati definiti 734, pari al 37,4%. “Non abbiamo una patologia di arretrato – ha sostenuto il presidente – e il nostro percorso continua con l’obiettivo dell’eliminazione dell’arretrato anche grazie all’arrivo di tre nuovi colleghi referendari, vincitori di concorso”.

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    “Giudizi ottemperanza in crescita per ritardi nei pagamenti”

    “I giudizi di ottemperanza sono in crescita un po’ ovunque perché le amministrazioni pubbliche ritardano nei pagamenti nonostante le sentenze di condanna dei giudici ordinari. In particolare in Calabria il ritardo si avverte in misura maggiore perché c’è una crisi di liquidità che affligge molti entri tra Comuni, Province e Aziende sanitarie“. Ha spiegato il presidente Pennetti incontrando i giornalisti. “Il lavoro svolto nel 2019 – è scritto nella relazione del presidente Pennetti – ha consentito la definizione con sentenza di 320 ricorsi di ottemperanza: allo stato ne risultano pendenti 488 di cui 137 già assegnati ad udienza e 18 in redazione di provvedimento. Un risultato importante se si considera che in materia nell’ultimo triennio sono stati 1.462 i ricorsi depositati (409 nel 2017, 453 nel 2018 e 600 nel 2019). “Le difficoltà che il Commissario ad acta, nominato volta per volta, ha nel reperire i fondi necessari per effettuare i pagamenti costringendo l’amministrazione ad adeguarsi alla sentenza – ha detto ancora il presidente Pennetti – spesso sono rese ancora più pesanti dal fatto che le disponibilità finanziarie sono scarse e gli enti vivono qualche volta sull’orlo del baratro del dissesto”.

    Dalla relazione del Presidente del Tar Calabria emerge inoltre, che “nel 2019 sono stati depositati 107 ricorsi in materia di appalti pubblici e concessione di pubblici servizi e di questi 58 sono stati definiti 17 già assegnati ad udienza per la decisione. Pubblicate 111 sentenze riferite anche a ricorsi degli anni precedenti. Se si considera l’ultimo triennio dei 271 ricorsi depositati ne risultano pendenti allo stato solo 41, diciannove dei quali già iscritti a ruolo per la decisione nel merito e 13 trattati in attesa della decisione”.

    Pennetti (Tar): “Litigiosità negli enti è un fenomeno diffuso”

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    La litigiosità tra amministrazioni pubbliche è un fenomeno diffuso nel Mezzogiorno rispetto ad altre aree del paese e c’è un numero di ricorsi significativo tra amministrazioni che, al contrario, dovrebbero collaborare”. Ha rimarcato Pennetti. “Certo è fisiologico, come del resto accade tra gli umani – ha aggiunto – che possano esserci dissensi però il fatto di essere tutte portatrici di interessi pubblici e di svolgere compiti in favore della collettività le dovrebbe costringere ad evitare al massimo la possibilità di conflitti da portare davanti al giudice amministrativo. Questi conflitti dovrebbero essere risolti attraverso un dialogo e un confronto tenuto conto che le loro relazioni previste dalla legge, interorganiche e intersoggettive, devono essere curate e in qualche modo rese scevre da possibilità di conflitto prima ancora di arrivare al momento in cui queste relazioni si attivano operativamente”.

    Le interdittive antimafia sono un fenomeno significativo

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    Sono stati 45, nel corso del 2019, i ricorsi legati ad appalti, a concessioni demaniali revocate a seguito di interdittiva antimafia o ad attività economiche sospese all’emanazione del provvedimento prefettizio. Le sentenze pubblicate in materia ammontano a 18, riferite anche ad anni precedenti. “Le interdittive antimafia e il contrasto amministrativo alla criminalità organizzata – ha detto il presidente Pennetti incontrando i giornalisti prima della cerimonia – rappresentano un fenomeno significativo. Abbiamo diversi ricorsi che arrivano un po’ da tutte le Prefetture della regione. Bisogna affrontare queste controversie con molto equilibrio e molta prudenza cercando di non fare né i giustizialisti ma neanche gli arrendevoli. Purtroppo è lo strumento che è complesso e si basa su una regola che è quella del ‘più probabile che non’. In questa frase è racchiusa tutta la difficoltà del capire e del decidere”.

    “Spesso si sa che le carte, la documentalità – ha aggiunto il presidente del Tar Calabria – rischiano di rendere burocratico anche il fenomeno più vivo e di plastica evidenza come la criminalità organizzata che condiziona molte aree di questa regione. Spetta a noi sapere cogliere la realtà delle cose dietro delle carte che, inevitabilmente, tendono un po’ a mettere in fila una serie di fatti, costringendoci a capirne la relazione. É un lavoro che si fa con calma e con equilibrio e che, per quanto ci riguarda, cerchiamo di fare al meglio”.

    ‘Ndrangheta, Pennetti (Tar): “Tentativi condizionamento? Noi al servizio della collettività”

    Nicola Gratteri
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    “Lo scenario emerso da una recente indagine giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro” e in particolare “da intercettazioni, riportate dalla stampa, nelle quali taluni soggetti sembrano progettare interventi impropri sul processo, volti a orientare l’esito di un’istruttoria disposta da questo Tribunale con una ordinanza collegiale in seno ad un giudizio di impugnativa dell’aggiudicazione di un appalto di opere pubbliche, è stata ragione di turbamento e smarrimento. L’unico condizionamento, l’unica tirannia che volentieri subiamo, è una sola ed è quella dei valori”. In apertura dell’anno giudiziario 2020, in anche l’inchiesta “Rinascita Scott” della Dda di Catanzaro entra nella relazione di Pennetti. “In alcuni resoconti di stampa – ha detto Pennetti rispondendo alle domande dei giornalisti – si è parlato del tentativo di condizionare il Tar della Calabria, ed in particolare la Prima sezione, in relazione ad una gara d’appalto, ad un giudizio di impugnativa, riguardo l’aggiudicazione da parte di un secondo classificato. Quello che posso dire è questo: ho letto le intercettazioni telefoniche e non so se quegli intenti si siano tradotti in una pratica di qualche tipo e non voglio nemmeno pensarci. Quello che so è che neanche le parole dovrebbero ferire la credibilità della giurisdizione di un’istituzione come la nostra, che cerca di essere al servizio della collettività”.

    E’ una brutta vicenda“, ha aggiunto Pennetti, in servizio in Calabria dal luglio scorso. “Ci sono anche – ha detto ancora – delle contestazioni. Non entro nel merito di valutazioni. Mi limito a dire che se ci si tiene alla giurisdizione, che è un fattore di grande coesione sociale per qualsiasi comunità, bisogna cercare di evitare improprie intrusioni all’interno di quel circuito del processo che è di per sé virtuoso e legale”.

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