ASP Crotone: “Non sono delinquenti”.

Lettera di Gaetano Papaleo (UIL FPL) sui casi che stanno interessando l'ASP di Crotone. "I finti malati, nessuno vuole tutelarli, ma questi vanno prima individuati, non si può sparare nel mucchio".

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    Per farla completa adesso l’ASP (Azienda Sanitaria Provinciale) dovrebbe rendere pubblici i nomi di questi trecento dipendenti malati ed allora la gogna mediatica e non solo quella sarà completa, come?

    Nello stesso modo per come sta circolando sul web l’elenco di quei cittadini positivi al coronavirus, perché da quello che si può capire il “corvo” è proprio all’interno dell’ASP di Crotone e, quindi, l’azienda può, in modo “indiretto”, favorire la circolazione di questi nominativi che hanno usufruito di un diritto sacrosanto, quello dell’istituto del congedo straordinario per malattia, contrattualmente e legittimamente riconosciuto perché ritenuti non in condizioni di prendere servizio dal medico di medicina generale e deviare, sempre di più, l’attenzione dell’opinione pubblica verso le vere responsabilità che sono, fuor di dubbio, del management aziendale per la loro approssimata gestione dell’evento coronavirus.

    Difatti, pur avendo usufruito di un bel periodo di tempo per contrastare al meglio questo drammatico evento, non hanno dotato il personale dei previsti D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale), sin dalla fine di febbraio, girando in lungo e in largo all’interno dell’azienda, incutendo timore e terrore, a chiunque utilizzasse mascherine protettive, sebbene in dote personale perché acquistate di tasca propria, minacciando sanzioni disciplinari a tutti, (medici infermieri e amministrativi), che violassero queste disposizioni, asserendo, colpevolmente, anche la loro inutilità all’imminente contagio.

    Nelle giornate successive, diversi dipendenti dell’ASP sono stati collocati in riposo dai loro M.M.G. e qualcuno, probabilmente, è stato pure contagiato.

    Vorremmo sapere, ancora, perché l’azienda sposta, consuetudinariamente, personale sanitario in ambito amministrativo, nonostante le tante denunce del sindacato?

    Perché non si fa una reale ricognizione del personale sanitario che, ancora oggi, viene utilizzato in attività amministrative, nonostante queste siano chiuse?

    Perché non si è fatta un’adeguata formazione e addestramento del personale?

    No, è molto più facile dare in pasto alle persone incivili- per fortuna poche , (vedi l’affissione di giorno 23 marzo di un cartello al Poliambulatorio di corso Messina per il quale l’azienda deve presentare regolare denuncia, poiché sono poste ottimamente delle telecamere proprio in quel punto e le pericolose minacce sui social nei confronti di questi lavoratori) circostanza anche questa per la quale la UIL chiede un intervento degli organi preposti a tutela di quei dipendenti che hanno avuto la sola colpa di utilizzare un loro sacrosanto diritto al fine di garantire la loro incolumità e quella dei pazienti.

    Si proprio dei pazienti, infatti in molte aree dell’Italia molte fonti di contagio per gli ammalati, vengono proprio dagli operatori sanitari positivi e magari asintomatici.

    Per quanto riguarda gli eventuali finti malati, nessuno vuole tutelarli, ma questi vanno prima individuati, non si può sparare nel mucchio, se qualcuno ha sbagliato ci sono gli strumenti legittimi e contrattuali affinché siano perseguitati e puniti.

    Va, comunque, sottolineato il coraggio degli operatori sanitari, impegnati in prima linea che seppur in condizioni di carenza di DPI, in questa disorganizzazione e in questa lotta impari tra il bulldozer coronavirus e la povera fionda assegnata al personale sanitario, i quali stanno cercando di vincere questa difficile battaglia nel miglior dei modi, nonostante il contesto attuale.

    Questi avrebbero dovuto essere gli argomenti su cui interrogarsi, confrontarsi e adoperarsi e non accusare dipendenti che fino a prova contraria NON SONO DELINQUENTI.

     

    Il Segretario Generale UIL FPL

    Gaetano Papaleo

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