Consiglio regionale, abrogata la legge numero 5

Tallini: nessuno aveva reintrodotto i vitalizi, attacchi concentrici ingiusti alimentati da fake news

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    Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge numero 13, primo firmatario Domenico Tallini, che abroga la legge numero 5 approvata neanche una settimana fa. Con l’abrogazione, le indennità differite e le indennità di fine mandato rimangono disciplinate dalla legge precedente, la numero 13 del 2019.

    La seduta è iniziata alle 15,40 co prevedibile ritardo sul calendario fissato in precedenza. La giornata per i consiglieri era iniziata alle 11, quando si è provveduto ad eleggere i componenti della Giunta delle lezioni, organismo interno al Consiglio per le dispute in materia elettorale. A presiedere la Giunta è stato chiamato il consigliere Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia). Ne sono componenti Domenico Giannetta (Forza Italia), Pierluigi Caputo (Jole Santelli presidente), Sinibaldo Esposito (Casa delle libertà), Clotilde Minasi (Lega Salvini), Domenico Bevacqua (Partito Democratico), Graziano Di Natale (Io resto in Calabria), Flora Sculco (Democratici Progressisti Calabria), Nicola Paris (Udc), Francesco Pitaro (Gruppo Misto). Il presidente Neri ha convocato la prima seduta per lunedì prossimo, 8 giugno, alle ore 11. Prima grana da affrontare riguarda il seggio attribuito alla Lega nel collegio Nord, attualmente occupato da Pietro Molinaro e preteso da Luigi Novello.

    Il ritardo nell’inizio dei lavori d’aula è dovuto probabilmente alla necessità di sfoltire il numero di proposte di legge tendenti allo stesso scopo. Oltre a quella di Tallini, pendevano quelle presentate separatamente da Pitaro (Misto), Di Natale (IRiC), Pietropaolo (FdI), Minasi (Lega). Alla fine, tutti sono convenuti nella stessa proposta Tallini, la numero 13/11, e firmata dai presidenti di tutti i gruppi.

    A introdurre i lavori, presentando la proposta, lo stesso Tallini, che ha ripercorso i fatti e delineato quella che ha definito una necessaria “opera di verità” contro “le fake news e le bugie inaccettabili” piovute addosso al Consiglio regionale dopo l’approvazione della legge 5 del 28 maggio, la più clamorosa delle quali è quella di avere reintrodotto i vitalizi. L’abrogazione della legge, ha detto Tallini, si è resa necessaria una volta verificata la sussistenza di incongruenze tra quanto deciso in precedenza nella Conferenza dei capigruppo e quanto invece portato in aula, anche sul conseguente impatto finanziario. Si tratta di un atto doveroso, che discende dalle grandi responsabilità dell’Assemblea a cui non è concesso l’errore in buona fede, determinato, anche dal Regolamento interno che all’articolo 42 consente l’introduzione all’ordine del giorno di argomenti non preventivati nella conferenza dei capigruppo. I vitalizi, ha ripercorso Tallini, sono stati eliminati in Calabria dal 2009, a fare effetto dalla successiva legislatura, la decima, mentre l’adeguamento definitivo al metodo contributivo delle indennità differite e dell’indennità di fine mandato è stato raggiunto con la legge regionale 13 del 2019, adeguando la normativa al decreto-legge 174/2012. La legge 5 doveva, secondo gli intendimenti originari, sanare una incongruenza marginale in tema di indennità di fine mandato. Senonché nel testo approvato sono stati introdotte modifiche tali da includere nei beneficiari delle indennità anche i consiglieri che fossero stati dichiarati decaduti dalle funzioni. Cosa altamente deprecabile, ha asserito il presidente, e di cui bisogna riconoscere l’errore che mina la credibilità del Consiglio in toto e che non rende giustizia delle cose buone fatte anche in conseguenza dei risparmi ottenuti in virtù delle modifiche apportate in tema di indennità, allineando il trattamento economico dei consiglieri calabresi alle intese Stato-Regioni e valide per tutti Consigli regionali. Tallini ha anche fornito cifre e fatto raffronti. Con le norme attuali, un consigliere calabrese che abbia compiuto i 5 anni di legislatura, versando contributi per complessivi 38 mila euro, solo a 65 anni si vedrà riconoscere un’indennità di 720 euro lordi mensili. In precedenza, prima dell’abolizione, il titolare di vitalizio, con la stessa anzianità di servizio, aveva un riconoscimento mensile di euro 3.745,16 euro, per di più al sopraggiungere dei 60 anni.

    Ha poi relazionato dal punto di vista più strettamente tecnico, e letto i tre articoli della proposta di legge, il consigliere della Lega Filippo Mancuso.

    Il dibattito successivo ha visto intervenire quasi tutti i gruppi, escluso l’Udc. Non erano presenti in aula né la presidente di Giunta Jole Santelli né l’assessore al bilancio Franco Talarico (UdC). Tutti concordi gli intervenuti sulla necessità di abrogare la legge 5, frutto dell’improvvisazione e generante un danno di immagine molto alto, un incidente di percorso attuato in buona fede e molto al di là dell’effettiva volontà dell’Assemblea.

    Domenico Bevacqua (Pd) ha chiesto che vengano subito istituite le Commissioni, in loro presenza non si sarebbe commesso l’errore. Si è assunto la responsabilità dell’errore fatto e ha chiesto scusa ai Calaresi, agli elettori del Pd e anche ai consiglieri Callipo e Francesco Pitaro che hanno firmato fidandosi della sua firma apposta in precedenza. Anomala anche l’assenza del parere dell’ufficio legislativo sulla proposta, pratica da censurare in modo assoluto.

    Secondo Tilde Minasi (Lega), che si riserva di presentare una proposta di legge che riveda l’intera materia in oggetto, il messaggio passato è di continuità col passato e non può essere ammesso. In futuro non dovrà essere dato spazio a fraintendimenti sulla volontà di non creare privilegi.

    Graziano Di Natale (Io Resto in Calabria) annuncia che il gruppo non approverà più proposte che non siano passati al vaglio delle Commissioni, luoghi appositi per gli approfondimenti. Antiquato il sistema di votazione, andrebbe attivato il voto elettronico, che fissa anche individualmente la volontà del singolo consigliere.

    Per Francesco Pitaro (Misto), oltre la superficialità di tutti, c’è stata la volontà falsificatrice di qualcuno che sta nei banchi della maggioranza. Se il Consiglio fosse un Ordine professionale, le sanzioni sarebbero state forti e immediate. Il “furfantello deve essere stanato dalla maggioranza, ingenuamente ha pensato di poter favorire se stesso senza pensare che la norma non sarebbe passata al vaglio sulla legittimità e soprattutto non sarebbe valsa per il passato”.

    Pietro Molinaro (Lega) ha lamentato il difetto di comunicazione tra capigruppo e consiglieri. Pericolosa la possibilità di inserire i provvedimenti all’esame dell’aula in ragione dell’articolo 42 del Regolamento.  Opportuno rivedere la legge 13/2019 e verificare se viene rispettata la comparazione con la regione più virtuosa., prevista dal decreto-legge 174/2012.

    Giuseppe Aieta (Democratici e Progressisti) ha apprezzato la tempestività del presidente Tallini a rimediare all’errore commesso che ha generato un danno di immagine incalcolabile anche considerando l’avvio di legislatura improntato al buonsenso. Occorre chiarire bene che né consiglieri della legislatura precedente né della presente percepiranno il vitalizio.

    Per Nicola Irto (Pd) è forte l’evidenza che sulla Calabria c’è un’aspettativa maggiore per cui anche le cose normali per tutte le altre regioni richiedono qui uno sforzo in più. Per rispondere alle aspettative dei calabresi la legislatura in corso dovrebbe intervenire sugli stipendi dei burocrati e sulle strutture speciali.

    Analoghi accenti da parte di Luigi Tassone (Pd) e di Sinibaldo Esposito (Casa delle Libertà), mentre lapidario l’intervento di Pippo Callipo (Io Resto in Calabria): “Abbiamo dato una prova di forza che ci rende onore, nonostante l’attacco immotivato di televisioni da 4 soldi. Dobbiamo acquistare immagine e credibilità. Tagliare le spese inutili”.

    Alle 17,14 l’Aula approva la proposta di legge che abroga la legge numero 5. Se i vitalizi fossero stati reintrodotti, adesso sarebbero nuovamente cancellati. Così stanno in pace tutti.

    La conferenza dei capigruppo ha proposto all’Ufficio di presidenza di convocare il prossimo Consiglio per giovedì 11 giugno, con all’ordine del giorno la costituzione e le presidenze delle sei Commissioni permanenti.

     

     

     

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