Dall’antico viale dei Pignari alla Pineta di Giovino

Come è cambiata negli anni una delle zone più suggestive del quartiere di marinaro

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    I litorali marini nel paesaggio dell’Italia mediterranea, sono un elemento di grande valore ornamentale, accompagnati da particolari boschi di pini. Molte di queste pinete segnano le coste come verdi corollari e, la loro storia e bellezza, ha ispirato finanche poeti, narratori ed artisti. Anche la Calabria, nelle sue singolari coste manifesta questo tipo di vegetazione e nel particolare, la costa “catanzarese”, è ugualmente contraddistinta da una lussureggiante pineta. Due le specie che per lo più si distinguono in questi boschi: il Pino domestico, detto anche Pino da pinoli (Pinus Pinea) e il Pino marittimo (Pinus pinaster). Entrambe le specie arboree si possono riconoscere nella verdeggiante “Pineta di Giovino”, che come è noto, si estende, in parte, nella zona omonima, seguendo l’andamento della costa. L’oasi naturalistica di Giovino, é considerata uno dei “polmoni verdi” della città e per tale ragione, va tutelata e curata nel suo complesso. Parlarne, servirà nuovamente ad evidenziare le sue note bellezze e peculiarità, sovente minate da atti vandalici che ne deturpano l’ambiente.

    LE “PIGNARE”:  In questo contesto, non ci si può esimere dal far riemergere dalla “memoria” di molti residenti del quartiere marinaro, un ricordo indelebile riferibile alle antiche “Pignare”. Nel libro “Catanzaro Marina – Storia di un borgo antico” di Franco Riga, ne fa cenno il signor Sarino Macrì ed è proprio suo tramite, che si ripercorreranno quei ricordi legati alle secolari “Pignare” (anni50/60), gli alti alberi di Pino (da pinoli), che si trovavano nella zona che ora vede la strada di “Via Vasco de Gama”. Questo mitico viale, ove gli alti alberi segnavano i lati del corso della strada, era un luogo molto particolare. In questa zona, con le cosiddette “Pignare”, si estendeva la meravigliosa Pineta di Casciolino, dove sovente, le scolaresche accompagnate dai propri maestri, vi arrivavano con una lunga passeggiata. Questi imponenti alberi, erano lì da secoli e il singolare panorama che offrivano con quelle particolari e folte chiome, si univa all’odore di resina e profumi marini, che forse resterà indelebile più dell’immagine stessa. Purtroppo, anche le cose belle sono destinate a scomparire e, infatti,  quando l’urbanizzazione del quartiere cominciò a progredire in questa zona desolata, si decise per il taglio degli antichi pini, che diedero posto alle nuove case dell’abitato. Lo “storico viale” scomparve con il taglio di quei grandi fusti, che, quasi a malincuore, vennero eliminati dai Vigili del Fuoco.

     

    Oggi, ne rimangono solo due esemplari, le loro chiome svettano verso l’alto anche se contornate da palazzi, regalando ancora quelle particolari pigne ricche di pinoli, che un tempo venivano raccolti ai bordi di quel viale. Un viale, che tutti i “marinoti” ben conoscevano e ne riscoprivano le caratteristiche ogni volta che lo percorrevano.

    LA PINETA DI GIOVINO: Attualmente, con la Pineta di Giovino si è consci di possedere un enorme patrimonio. Realizzata a partire dagli anni ’60, ora è sostanzialmente suddivisa in tre zone principali: la prima si evolve dall’attuale rotatoria d’ingresso alla zona del lungomare di Giovino, sino al canalone perpendicolare a “Via Pisacane”. La seconda zona, si sviluppa a partire dal suddetto canalone, sino al torrente Castaci e, infine, la parte terminale che va dallo stesso torrente fino ad arrivare al fiume Alli. Le specie arboree che la compongono, oltre al Pino domestico e marittimo, sono da riferire anche ad altra varietà come l’Acacia Saligna, il Pino d’Aleppo e l’Eucalipto. La vegetazione è dunque folta, ma non mancano piccoli diradamenti causati a volte da “selezione naturale” o, come sovente è accaduto, vengono ritrovati alberi in parte tagliati o danneggiati.

    Al suo interno, soprattutto nella parte resa fruibile, si distinguono vialetti limitati da staccionate e aree preposte ai pic nic. Nonostante ciò, l’area in questione è sovente mira di incivili, non mancano infatti le parti distrutte nelle aree di sosta o le palizzate mancanti, se non addirittura delle mini discariche che alcune volte si riscontrano, soprattutto nella parte più recondita della pineta, che se pur più selvaggia, maggiormente suggestiva. Molte le Associazioni che hanno profuso il loro impegno affinché il particolare “polmone verde” venga tutelato da azioni vandaliche, adoperandosi al mantenimento delle parti che la compongono. Le norme da seguire, rientrerebbero in quelle buone regole che escludano ogni azione di inciviltà, a tal proposito si aggiunge l’accesso non autorizzato alle macchine nel cuore della parte alberata, cosa che finalmente pare sia arrivata ad un “capolinea” con una recente ordinanza che ne vieta per l’appunto l’accesso. La bellezza del luogo è inequivocabile e si unisce perfettamente a quella che è la parte della costa che la segue, uniformandosi in un paesaggio marino straordinario.

    LE DUNE : Nella parte più a nord, ne arricchisce il fascino una particolare “oasi naturalistica” contraddistinta dalla formazione spontanea di dune e dalla presenza di rare varietà di flora e fauna. In virtù di ciò, un gruppo di cittadini, fra cui anche esperti del settore,  ne seguono in maniera particolare l’andamento, preservando la zona con lo scopo di ottenere il riconoscimento come “riserva naturale regionale”.

    Un “sodalizio di esperti”, che si è anche profuso a rendere noto le particolarità del luogo, costituendo un considerevole punto  d’interesse ambientale sia per gli stessi cittadini che per eventuali turisti. Gli interventi a favore della Pineta di Giovino, come di tutte le aree verdi del capoluogo, non dovrebbero mai trovare sosta, intervenendo in maniera sistematica e approfondita con azioni mirate alla loro totale salvaguardia. In virtù di ciò, ricordando lo slogan “step by step”, che spesso ha seguito le varie fasi di rinnovamento della Pineta di Giovino, pare siano in cantiere alcune novità che saranno poi espresse nella loro effettività. Si spera, comunque, di non dover sempre “combattere” contro l’inciviltà di alcune persone che ancora non hanno colto l’importanza storica ed ambientale di questi luoghi, che, purtroppo, appare quanto mai lesiva in contesti naturali di pregevole bellezza paesaggistica. ( Foto delle “Pignare” di Franco Riga )

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