Csm assolve giudice della Corte d’Appello di Catanzaro che ‘consigliava’ il sindaco di Riace

Anche Pg Cassazione esclude colpa. Indagine voluta dal ministro Bonafede

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    Nuova appendice del ‘caso’ Lucano, sullo sfondo di Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della magistratura. E’ stato infatti assolto dalla sezione disciplinare del Csm, il giudice della Corte di Appello di Catanzaro Emilio Sirianni, incolpato – su richiesta del Guardasigilli Alfonso Bonafede – di aver dato consigli al sindaco di Riace Mimmo Lucano sottoposto a indagini per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione all’accoglienza dei migranti nel comune calabrese quando ne era alla guida.

    Un modello di solidarietà che ha avuto molti riconoscimenti ma si è anche attirato le critiche del Viminale, che lo voleva smantellare, quando Matteo Salvini lo guidava. A Sirianni era addebitato di aver redatto atti in favore di Lucano – tre volte sindaco e ora sul banco degli imputati con altri 25 nel processo in corso a Locri -, e avergli dato consigli. Il verdetto disciplinare è conforme alla richiesta del Pg della Cassazione favorevole al ‘proscioglimento’ di Sirianni in quanto ha escluso “ogni addebito”. In pratica era nel diritto della toga dare aiuto ‘giuridico’ a Lucano. Proprio due giorni fa il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha respinto – dichiarando “inesistente il quadro indiziario” – il ricorso della Procura di Locri che chiedeva misure cautelari per l’ex sindaco tornato libero dopo domiciliari e divieto di dimora. A Sirianni il Guardasigilli addebitava di aver compiuto “una attività idonea a creare concreto pregiudizio all’assolvimento dei doveri generali di riserbo, equilibrio e correttezza”.

    Nel dettaglio, Bonafede aveva trovato da ridire sul fatto che Sirianni “si confrontava costantemente con il Lucano sulle indagini penali in corso, fornendogli consigli e suggerimenti in ordine alla strategia difensiva da attuare”. Inoltre, la toga . impegnata con Magistratura democratica – “forniva suggerimenti in ordine al tenore delle dichiarazioni da rendere in Procura; sviliva la professionalità dei magistrati che stavano svolgendo le indagini; predisponeva comunicati di solidarietà al Lucano da inoltrare alle mailing list di magistrati e si offriva di contattare giornalisti per pubblicizzare la situazione e ‘far sentire il fiato sul collo’ alla Procura procedente, assumendo in tal modo il ruolo permanente di ‘consiliori’ del Lucano”.

    Era stata la Prima Commissione del Csm presieduta dal laico d Forza Italia Alessio Lanzi a sollecitare l’apertura del fascicolo dopo la pubblicazione sul ‘Giornale’ della notizia che a carico del magistrato, piu’ volte intercettato dalla Guardia di finanza mentre parlava o si scambiava messaggi con Lucano, la Procura di Locri aveva aperto un’inchiesta per favoreggiamento, chiedendone l’archiviazione a conclusione degli accertamenti. Nel provvedimento pero’ i pm calabresi, secondo quanto aveva scritto il quotidiano, avrebbero definito il comportamento di Sirianni “poco consono a una persona appartenente all’ordine giudiziario”. (ANSA).

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