Lite famigliare in località Giovino, arrestato il responsabile

L'uomo perseguitava la sua ex. L'ultimo grave episodio la sera dell'11 agosto scorso

Più informazioni su

    È finita con un arresto la lite famigliare che qualche giorno fa aveva creato scompiglio nel Quartiere Lido località Giovino. I poliziotti del Commissariato di Lido, diretto dal vicequestore Andrea Ludovico, questa mattina
    hanno dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di S.F. cl. ’81, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Graziella Viscomi, a seguito dei riscontri investigativi portati avanti dagli stessi uomini del Commissariato e dal personale della Squadra Volante e Upg-Sp agli ordini del Vicequestore Giacomo Cimarrusti.

    Tale misura scaturisce dalla denuncia presentata, in data 12 agosto 2020, dalla ex compagna, la quale raccontava di un’aggressione avvenuta il giorno precedente da parte dello stesso, che l’aveva raggiunta sul luogo di lavoro e l’aveva strangolata fin quasi a soffocarla, intento che però non riusciva a causa dell’intervento del datore di lavoro della ragazza, che costringeva l’uomo a mollare la presa. A seguito di tale episodio, la donna era ricorsa alle cure del Pronto Soccorso e veniva giudicata guaribile in giorni 7.

    Nella serata dello stesso giorno, ancora, S.F., accompagnato dal proprio zio e dal proprio cugino, si presentava presso un locale pubblico, gestito dal fratello della parte offesa, e tutti e tre aggredivano fisicamente lo stesso, costringendolo a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, ove gli veniva refertato un trauma cranico con giorni 7 di prognosi. In occasione di tale episodio, sul posto era intervenuto un equipaggio della Squadra Volante , che riportava la calma e denunciava i tre soggetti per il reato di lesioni personali aggravate in concorso.

    In sede di denuncia, negli uffici dell’ Upg -Sp della Questura di Catanzaro, la parte offesa raccontava di aver intrattenuto una relazione con S.F. durata quasi 20 anni, dalla quale è nato un bambino, e di essersi lasciata con lo stesso da circa un anno. Da quel momento, per la donna, sono cominciati i problemi, in quanto S.F. non ha accettato la situazione ed ha iniziato a perseguitarla con numerosi messaggi ingiuriosi, ma soprattutto minacciosi. Inoltre, l’uomo controllava gli spostamenti e i contatti della donna, monitorava il suo telefono cellulare ed il suo computer e faceva installare un registratore nella sua abitazione. I comportamenti più gravi consistevano in messaggi contenenti minacce di morte nei confronti di lei e dei suoi familiari, nei quali S.F. dimostrava anche insofferenza e noncuranza nei confronti delle autorità. Tali atteggiamenti aggressivi e sopraffattori nei confronti della donna sfociavano nelle due aggressioni.

    Considerata la gravità dei fatti esposti, personale del Commissariato di Catanzaro Lido deferiva S.F. alla locale Procura della Repubblica, che richiedeva un’adeguata misura cautelare.
    Il G.I.P. , accolte le risultanze investigative disposte dal vicequestore Cimarrusti e dai suoi uomini, ha disposto la custodia cautelare in carcere a cui S.F.

    Più informazioni su