Anche gli avvocati pubblici chiedono la revoca dell’incarico ad interim al segretario generale Borgo

La richiesta, che precede ulteriori passi a tutela degli aderenti, è firmata dall’Unaep

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    Anche l’Unione nazionale avvocati pubblici, organismo aderente a UIL-FPL e incardinata nel Dipartimento Avvocatura Enti Pubblici, chiede la revoca del provvedimento con il quale la presidente della giunta regionale della Calabria, Jole Santelli, ha nominato ad interim il dg della segreteria di presidenza Maurizio Borgo quale coordinatore dell’avvocatura regionale.
    La richiesta è firmata dai vertici regionali, il Segretario Unaep Calabria avvocato Giacomo Farrelli, e nazionali, il presidente avvocato Antonella Trentini, ed è indirizzata a diversi livelli gerarchici e burocratici della Cittadella: all’ufficio di gabinetto, ai dipartimenti di presidenza e di organizzazione del personale, alla segreteria generale. L’oggetto è naturalmente il decreto del presidente della Giunta regionale 107 del 17 agosto  e la conseguente richiesta di revoca.

    Gli avvocati pubblici nel documento rifanno la cronaca ormai nota che è seguita al giudizio emesso dal giudice del lavoro del tribunale di Catanzaro, Anna Maria Torchia, che, accogliendo il ricorso proposto dal Consiglio dell’ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro ha ritenuto illegittima la nomina diretta del coordinatore dell’avvocatura regionale in precedenza decretata dalla presidente Santelli, e della successiva sua reiterata presa di posizione, con la quale, recependo l’ordine giudiziale, anticipando la volontà di ricorso, Santelli abbia nominato nel ruolo il  segretario generale, l’avvocato dello Stato Maurizio Borgo.

    Anche gli avvocati pubblici di Unaep ritengono l’incarico conferito ad interim “illegittimo sotto diversi profili, poiché in evidente contrasto con numerose disposizioni legislative, nazionali e regionali, nonché in stridente conflitto con l’esegesi che la giurisprudenza ha dato dell’inquadramento della figura dell’avvocato pubblico, in relazione all’ordinamento professionale forense che, nel disciplinare la figura degli avvocati degli enti pubblici, impone loro l’esclusività delle funzioni e l’iscrizione ad un Albo speciale istituito presso il Consiglio dell’ordine degli avvocati di appartenenza”. Principio, nei fatti, ribadito dall’articolo 10 della legge regionale 7/1996  laddove stabilisce che «l’incarico di coordinatore è conferito dal Presidente della Giunta regionale ad un avvocato dipendente della Regione che abbia effettivamente esercitato la professione forense per almeno dieci anni e sia iscritto all’albo speciale per il patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori».

    Inoltre, secondo gli avvocati pubblici “la nomina del Segretario generale quale coordinatore ad interim dell’Avvocatura regionale collide con il costante indirizzo giurisprudenziale” più volte richiamato in sentenze della Consulta e anche secondo consolidati principi normativi secondo i quali “l’Ente pubblico può costituire un Ufficio Legale autonomo nell’ambito della propria pianta organica, inquadrandone i funzionari avvocati in via esclusiva allo svolgimento delle sole funzioni legali di competenza, assicurandone piena libertà ed autonomia con esclusione di ogni attività di gestione amministrativa”.

    Inoltre, risulterebbe “ostativa all’attuale nomina del segretario generale a coordinatore dell’Avvocatura regionale anche l’attuale situazione soggettiva del segretario generale, il quale, già avvocato dello Stato, sebbene posto in aspettativa e collocato fuori ruolo,  sarebbe nell’impossibilità di conseguire l’iscrizione nel predetto Albo Speciale presso il COA”.

    Nel ricordare che l’Unaep interviene in quanto i suoi iscritti “subiscono un concreto pregiudizio professionale, provocato dall’adozione di atti di organizzazione illegittimi”, il segretario regionale e il presidente nazionale degli avvocati pubblici rappresentano “l’urgenza di un provvedimento di revoca del Decreto del presidente GR 107 del 17 agosto 2020”. Nell’ipotesi “in cui la Regione Calabria dovesse mantenere l’attuale assetto organizzativo dell’avvocatura interna, Unaep opporrà in essere le azioni giudiziarie ritenute opportune, per la tutela dei diritti ed interessi dei propri associati”.

     

     

     

     

     

     

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