Il 9 settembre camera di consiglio al Tar della Calabria sul ricorso contro l’ampliamento della discarica di località Stretto

Proposto da Alberto Statti e da Agricola Lenti soc. coop, il Comune di Lamezia Terme non si costituisce

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    Oltre che su alcuni organi di stampa, passerà anche dai giudici amministrativi l’ipotesi di costruzione di una terza vasca presso la discarica di località Stretto, intervento già previsto dall’amministrazione regionale guidata da Mario Oliverio ed avallato dalla terna commissariale che aveva guidato il Comune di Lamezia Terme dal novembre 2017 al novembre 2019, ora tornato in auge sotto le nuove gestioni di Regione e Comune con Santelli e Mascaro per quanto riguarda la progettazione dell’opera ed i lavori per la messa a norma delle due vasche già esistenti per eventuali sovrabbanchi, in funzione delle esigenze dell’Ato di Catanzaro.

    E’ stato notificato al Comune il 16 luglio il ricorso proposto da Alberto Statti e da Agricola Lenti soc. coop innanzi al Tar Calabria sede di Catanzaro avverso l’ordinanza contingibile ed urgente del presidente della Regione Calabria nr. 45 del 20 maggio 2020, nella parte in cui individua l’area sita in località Stretto per l’ubicazione di impianti di discarica e dispone incombenti, nonché ulteriori atti precedenti e successivi adottati dal Presidente e dalla Giunta della RegioneCalabria comunque collegati alla realizzazione o al ripristino di impianti di discarica nella località Stretto del Comune di Lamezia Terme.

    In vista della camera di consiglio fissata per il 9 settembre il Comune di Lamezia Terme ha deciso però di non costituirsi, con la delibera di giunta a spiegare che «l’amministrazione comunale non ha adottato atti procedimentali, per quanto lamentato da parte ricorrente, tanto più che è stata attinta da provvedimento di nomina del commissario ad acta, pure avversato con il ricorso», anche se tale aspetto riguarda la terza vasca, mentre per la prima a maggio la Regione impegnava il Comune a presentare entro 30 giorni il progetto per una possibile sopraelevazione pari a circa 150.000 mc della prima vasca per l’ottenimento della VIA e dell’AIA.

    Si sostiene perciò che «la costituzione in giudizio del Comune di Lamezia Terme, anche in termini oppositivi, non sarebbe ammissibile, in quanto l’amministrazione comunale è titolare di una posizione giuridica, indipendente da quella dei ricorrenti, che potrebbe giustificare, semmai, secondo il prevalente orientamento della giurisprudenza amministrativa, un’autonoma impugnazione ma non anche l’intervento nel procedimento sopra indicato».

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