Circle club, i titolari rompono il silenzio: “Ora esigiamo il rispetto di tutti”

Sono 2.792 i tamponi eseguiti che hanno dato esito negativo

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    I titolari del CIRCLE CLUB rompono il silenzio. E dopo 15 giorni dicono la loro su quanto accaduto intorno al caso di positività al Covid 19 comunicato, da un giovane che aveva frequentato il locale, tramite social.

    “Adesso parliamo noi! Dopo circa 15 giorni di perdurante e assordante silenzio delle istituzioni a tutti i livelli locali e regionali, dopo aver quotidianamente letto e ascoltato tutti e più di tutti cavalcare l’onda mediatica dell’argomento principe e dei problemi di salute dei famosi e meno famosi, legati al covid con il mondo della notte; parliamo noi, su dati di fatto e dati incontrovertibili.

    2.792 tamponi eseguiti con esito negativo

    I titolari del locale continuano: “Ovviamente siamo ultrafelici che i risultati degli esami massivamente eseguiti sul popolo della notte e assimilati, abbiano avuto questo riscontro, depotenziando e rendendo meramente propagandistiche le dichiarazioni di chi ancora parla di “focolaio nelle discoteche di Soverato”.  A proposito: cosa si intende per “focolaio”? Saremmo ben lieti di avere notizie sul decorso del “paziente zero”, sparito dagli onori della cronaca con la stessa velocità con cui è assurto per fare il proprio dovere di virtuoso cittadino.

    Avrà fatto il secondo tampone o il terzo? Restiamo in vera trepidante attesa di buone nuove in merito alla sua brillante e pronta guarigione

    “Prendiamo atto che le politiche sanitarie e di prevenzione in questa terra si prendono con una tempestività inusuale, con tendenza anticiclica, anticipando sia le riaperture che le chiusure nazionali e non dando il tempo ai più di chiedersi “Ma perché si riapre? Ci sono le condizioni? C’è strumentalità di tipo politico od economico in questo?”.  Dove erano, quando l’Italia riapriva e ripartiva, tutti quelli che si sono sentiti in dovere di esprimere la propria idea dall’alto del proprio sapere (per fortuna secondo i più questo è un paese libero, democratico e basato sul lavoro!), nei giorni successivi alle chiusure delle discoteche?  Certo è che presi in contropiede dall’abile, anticipato e lungimirante provvedimento, si sono fatti trovare preparati al post del “paziente zero”  applaudendo alla chiusura senza porsi qualche domanda scontata tipo: “Ma rispetto a quando si è riaperto, la situazione è peggiorata? Sono aumentati i contagi, le terapie intensive e i decessi?” Noi la riflessione l’abbiamo fatta e ci siamo dati anche una risposta, che ci teniamo, basata su dati statistici ufficiali e non scovati magari su fonti di controinformazione!

    Una curiosità che vorremmo soddisfare riguarda la differenza tra gli assembramenti delle discoteche, che con onestà intellettuale non ci sentiamo di escludere, e quelli delle piazze, dei mercati rionali, delle convention politiche, dei supermercati, dei mezzi pubblici, delle spiagge, giusto per citare qualche sito “a rischio”

    La nostra risposta è che al Covid piace ballare!”

    “Un gran discutere c’è stato sugli effetti provocati dai tanti turisti che, magari complice il Coronavirus, hanno scelto il comprensorio jonico di Soverato per trascorrere le loro vacanze.

    Ogni residente ha le proprie ragioni per esserne contento o meno.

    Ma non ci si può non chiedere come sia possibile che chi porta soldi, facendo muovere l’economia, dia così tanto fastidio! Se si guardasse oltre alla difficoltà di trovare facilmente parcheggio o di fare la fila per prelevare dal bancomat o di sopportare qualche decibel di musica per una quindicina di serate e si percepissero i benefici economici da ciò derivanti, uno per tutti le occasioni di lavoro per tanti ragazzi e padri di famiglia, l’orizzonte sarebbe meno fosco! Non riusciamo a capire – continuano – chi dice di non sopportare il rumore, o chiasso che dir si voglia, provocato dalle attività commerciali che gli corrispondono i canoni di locazione! Siano coerenti: li sfrattassero invece di lamentarsi.  Probabilmente durante il periodo in cui il Circle è stato aperto non siamo stati bravi abbastanza a far rispettare il distanziamento sociale: ma  chi poteva credere che un gestore di qualsiasi discoteca ne sarebbe stato capace? Però, sia chiaro che quando la gente  ha voglia di vivere e sprigionare la gioia di stare insieme non si è incoscienti o irresponsabili o sconsiderati! E’ l’essenza della vita dell’essere umano: la socialità, il contatto, le relazioni. Chiudiamo questa nota parlando di noi. Siamo persone che vivono di altro, possiamo risultare simpatici o antipatici, ma agiamo sempre in buona fede, cercando di portare sempre al centro delle nostre attività le persone, e lo scopo di lucro non è la sola prerogativa che regola il nostro fare impresa! Per questo motivo esigiamo e pretendiamo il rispetto di tutti!”.

     

     

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