Effetto Dpcm su palestre e piscine, l’amaro sfogo dei titolari

A tu per tu con i gestori delle strutture del catanzarese

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    Niente di nuovo sotto al sole: «siamo a norma dallo scorso 25 maggio» è stato il commento della maggior parte dei titolari e gestori di palestre e piscine del catanzarese, da noi interpellati ad esprimersi in merito al Dpcm di Conte dello scorso 18 ottobre. Nel decreto si intima agli impianti sportivi l’adeguamento alle regole antiCovid entro e non oltre questa settimana, pena la chiusura dell’impianto stesso dal momento che «la maggior parte delle palestre e centri sportivi e già a norma ma molti ancora no» ha dichiarato lo stesso Presidente del Consiglio.

    «Come se adesso la causa principale dell’aumento dei contagi in Calabria e nel resto d’Italia sia attribuibile solo ed esclusivamente ai contatti nelle palestre!» hanno sbottato i titolari. Una situazione che sembrerebbe cozzare con quanto emerso nelle ultime ore, ovvero la positività di un socio della Asd CrossFit di Catanzaro che ha portato alla chiusura immediata dei locali della palestra in via precauzionale e per permettere allo staff di sottoporsi al tampone, ma che ad un’analisi più attenta rientra pienamente nella dinamica delle cose: «può succedere che un istruttore, un frequentatore, un titolare di una sala da ginnastica contragga il Coronavirus anche perché non è che questa persona va solo ed esclusivamente in palestra, frequenterà amici, uffici, luoghi diversi per cui può contagiarsi e contagiare chiunque, in palestra e fuori. Non si possono demonizzare in alcun modo gli impianti sportivi» spiegano.

    Del resto: «sarebbero dovuti venire a controllare prima» quando sono stati spesi fiori di soldini per mettere in sicurezza i locali e tra igienizzanti, percorsi obbligati, corsi a numero chiuso, di rientrare nelle spese se ne parla forse «tra una decina d’anni!» dicono.

    Insomma, per molti dei proprietari di palestre e piscine questo Decreto altro non è che l’ennesima «presa in giro, studiata per cercare un capro espiatorio tra chi colpe proprio non ne ha, facendo passare il messaggio che le palestre sono “il male” e  procurando danni ancora maggiori; il comitato tecnico scientifico del Governo non ha dato direttive specifiche, ma ha solo fissato le linee guida già dettate dal Ministero dello Sport. Nulla a cui non si era già pronti da tempo!».

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