Emergenza Covid 19, sindaci soli nel groviglio delle pec e della burocrazia lumaca

Il primo cittadino di di Marcellinara, Vittorio Scerbo, racconta l'odissea di chi sta in trincea

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    Sindaci in trincea. Costretti a rincorrere l’Asp con telefonate, pec, richieste di incontri. Il sistema di screening al Covid 19 è un groviglio di giri e rigiri che i sindaci sono chiamati a risolvere, molto spesso, nella piena e totale solitudine. Sono tanti gli sfoghi “social” registrati nelle ultime settimane. Tra di questi c’è, anche, quello del sindaco di Marcellinara, Vittorio Scerbo che, risponde alle nostro domande, inondandoci i documenti, atti e richiesti che dimostrano che qualche anello della catena anti Covid è saltato.

    Sindaco qual è la situazione nel suo territorio?

    “Il numero di contagi è salito ad otto positività accertate, con gli ultimi casi derivanti da contatti diretti o indiretti collegati ai lavoratori di un’azienda operante nel nostro territorio comunale. Se rimane confermata l’altissima percentuale di attendibilità tra i risultati dei tamponi rapidi, effettuati direttamente dai cittadini interessati, e il controllo con tampone molecolare, il numero potrebbe salire nelle prossime ore. Ciò che mi conforta è che, per fortuna, siamo riusciti, subito, da soli, a tracciare e isolare tutta la catena dei contatti. Per questo abbiamo in totale, al momento, a Marcellinara, 57 persone in isolamento/quarantena domiciliare.  A scuola tutto filato liscio, nessun caso e protocolli di sicurezza adottati con scrupolosità. Poi la ricezione, in settimana, dell’allarmante comunicazione del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp non ci ha lasciato scelta: ho disposto la sospensione dell’attività didattica in presenza senza aver mai avuto un caso positivo in classe. Ma non si poteva rischiare. Un disastro: è la dichiarazione di totale fallimento della nostra sanità di fronte all’emergenza!”.

    Si parla di ritardi. Ci spieghi meglio. 

    “Nella comunicazione del Direttore del Dipartimento di prevenzione dell’ASP di Catanzaro veniva proposta la sospensione dell’attività didattica in presenza per le scuole dell’infanzia, primaria e classi prime della scuola secondaria di primo grado, preso atto del notevole ritardo nella lavorazione dei tamponi nasofaringei, nella trasmissione dei relativi referti e nella costruzione dei contatti dei casi positivi: in poche parole la resa di fronte al virus che avanza! Lunedì scorso, 9 novembre, considerata l’impossibilità di mettersi in contatto con qualunque mezzo con il Dipartimento, sono andato direttamente, di persona, perché il ritardo sui casi che iniziavano a sorgere sul nostro territorio avevano un ritardo clamoroso sia nell’esecuzione dei tamponi che nei risultati. Mi aveva lasciato perplesso la risposta che mi era stata data per telefono che addirittura al Sindaco non spetta sapere nulla!  Beh sono rimasto sconcertato nel vedere, lì, i responsabili stringere le spalle mentre mi mostravano le pile di risultati ed esiti della settimana prima che ancora dovevano essere comunicati o trasmessi. Mi chiedo: possibile che nessuno faccia niente? Sono indignato da cittadino prima ancora che da rappresentante istituzionale. Vi faccio l’esempio concreto di ieri: con la documentazione che vi mostro. Con Pec delle ore 15.59 di venerdì 13 novembre 2020 ricevo le disposizioni per pazienti per emergenza covid19 del Comune di Marcellinara. La mia meraviglia nel notare che ben 4 nostri concittadini vengono indicati come contatti con positivo al covid-19, quindi a rischio, con la trasmissione al Sindaco per l’adozione degli adempimenti di propria competenza per periodi già superati dalla nota di trasmissione: 8, 9, e 12 novembre 2020. Per fortuna, eravamo arrivati prima dell’ASP, perché si sa in una piccola comunità ci si conosce tutti e si riesce ad intervenire personalmente, e come Autorità Sanitaria Locale, avendo avuto contezza di possibili rischi, senza aspettare la lenta burocrazia, avevo già emanato le ordinanze di isolamento/quarantena per gli stessi soggetti, ma per precauzione, estesa a tutti i componenti del nucleo familiare. E’ possibile tale inerzia? A dir poco vergognoso. Basterebbe chiederlo ai cittadini coinvolti che potrebbero descrivere altre situazioni poco edificanti. Se non ci fossero stati i Sindaci a limitare i danni sui territori, i guai sarebbero stati, oggi, ben maggiori!”.

    Di chi è la responsabilità. 

    “Non so di chi sia la responsabilità, e non sta certo a me appurarlo. E’ chiaro che la mia vuole essere già una denuncia che porterò nei luoghi deputati anche a questo. Sicuramente le responsabilità di questo disastro annunciato ci sono e vanno ricercate a fondo se vogliamo sperare nella concretizzazione effettiva di un diritto scritto nella nostro Costituzione: il diritto alla salute, un diritto sacrosanto per tutti i cittadini, che non possono essere abbandonati a se stessi”.

    I sindaci sono troppo, spesso, lasciati soli. 

    “Si è vero il senso di solitudine si avverte. Ma, come diciamo tra noi Sindaci in tante occasioni, ne abbiamo fatto ormai una virtù. Senza la tenuta dei Sindaci – è bene ribadirlo a futura memoria – nelle tante emergenze degli ultimi anni, il Paese si sarebbe sfaldato ed invece abbiamo tenuto e badato, prima di ogni cosa, alla coesione della collettività. Siamo sempre quell’ancora di certezza in un “mare magnum” di grande confusione, perché il Comune è l’istituzione più prossima al cittadino, e la porta dei Sindaci è sempre aperta. Perché siamo sempre presenti, ci mettiamo la faccia, non ci tiriamo indietro, tiriamo fuori il meglio nelle difficoltà, ingegnandoci, il più delle volte, e sperimentando soluzioni a tanti problemi. Siamo, quindi, abituati, ormai da tempo, a dover garantire servizi senza risorse, a sopperire alle mancanze di altri, ma viviamo il territorio, conosciamo ciascun cittadino, lo guardiamo negli occhi, e sappiamo portare il senso rassicurante e presente dello Stato”.

    Come uscite dal pantano ed evitare che il sistema vada, ancor di più, in tilt?

    “Non si può negare, la situazione della nostra sanità è arrivata al punto di non ritorno: o si inverte la tendenza o, altrimenti, senza la possibilità di garantire un diritto fondamentale come quello alla salute sorgerà un grave problema di ordine pubblico e di tenuta sociale. Leggere, oggi, che dobbiamo essere quasi rassicurati dal fatto che arriveranno gli ospedali da campo per smaltire la pressione sui nostri ospedali mi porta a fare una riflessione sui tanti errori ed omissioni degli ultimi decenni. Probabilmente avremo bisogno, a questo punto, veramente del supporto-guida di chi negli ospedali da campo ci ha già lavorato e combattuto per provare a rimettere in sesto tutto un sistema. Lo vedremo questo ma intanto, come è già stato evidenziato a gran voce, occorre subito intervenire, prima che il sistema vada in tilt, potenziando i Dipartimenti di Prevenzione per l’effettuazione di tamponi e tracciamento in tempi quasi immediati, certi e puntuali, potenziare la medicina territoriale e realizzare le Unità speciali di continuità assistenziale, potenziare il numero di posti letto in terapia intensiva e subintensiva, e rafforzare il personale medico e paramedico nella rete sanitaria”.

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