L’ex commissario Cotticelli insiste: “Adempiuta programmazione anti Covid”

"La parte amministrativa contabile è stata il punto della querelle"

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    “Per i posti di intensiva e semi-intensiva le incombenze da parte mia sono state soddisfatte”. A dirlo è stato l’ex commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, nella sua audizione sul Decreto Calabria davanti la Commissione Affari sociali della Camera.

    Rispondendo a un quesito sulle polemiche sull’esistenza o meno del Piano anti Covid della Regione Calabria, polemiche che hanno di fatto determinato le dimissioni di Cotticelli e la sua sostituzione da parte del governo, l’ex commissario ha evidenziato: “C’è stata molta confusione. Il 25 maggio – ha sostenuto Cotticelli – al Tavolo di monitoraggio il programma operativo Covid era stato chiesto verbalmente dal dottore Urbani e dai presenti perche’ dicevano verbalmente che era mia competenza redarre i piani previsti dall’articolo 1 e 2 del Dl 34 relativo al potenziamento della rete ospedaliera e territoriale più il programma operativo Covid previsto dall’articolo 18 comma 1 del Dl 18 2020. Sono due cose completamente diverse. Il 34 prevede il potenziamento della rete ospedaliera e territoriale della Regione Calabria, e questi due programmi sono stati da me fatti insieme al Dipartimento regione con Dca 91 2020, e la Calabria è stata una delle tredici regioni italiane che si è dotata di un piano di potenziamento ospedaliero, che si è  dotata di un piano di potenziamento ospedaliero, che prevedeva quasi il raddoppio di posti letto di terapie intensive e semi-intensi.

    Questo programma, una volta approvato dal ministero, è stato inviato al commissario Arcuri, che il 2-3 novembre ha trasmesso alle aziende ospedaliere e sanitarie che individuava come soggetti attuatori.

    Quindi, per i posti di intensiva e semi-intensiva le incombenze da parte mia furono soddisfatte e inviate al commissario Arcuri. Il potenziamento della rete territoriale – ha quindi specificato l’ex commissario – è stato da me adottato con il Dca 104 di luglio e inviato alle aziende sanitarie per l’attuazione. Cotticelli ha poi spiegato che “il programma operativo Covid, previsto dal Dl 18 è un’altra cosa, è un documento amministrativo contabile su cui far gravare tutte le spese sostenute per l’emergenza Covid. La parte amministrativa contabile è stata il punto della querelle, essendoci confusione normativa in quanto l’ordinanza di Protezione civile aveva individuato nel presidente della Giunta regionale il soggetto attuatore, e a sua volta il presidente della Giunta aveva nominato il dottor Belcastro soggetto attuatore delegato di questa operazione. Dall’inizio della pandemia fino ai giorni nostri, tutte le attività sono state fatte dal dottor Belcastro senza che la struttura commissariale avesse mai preso parte a questo.

    Faccio un quesito al ministero della Salute perché il verbale del Tavolo che mi indicava come responsabile era nella gerarchia delle fonti inferiore all’ordinanza di Protezione civile.

    Il parere mi giunge il 27 ottobre, il famoso foglio che leggo in quella maledetta intervista: in quella sede apprendo che devo farlo io. Il giorno successivo, il 28 ho organizzato subito una riunione al Dipartimento per dare corso alla realizzazione del piano”.

    Cotticelli ha quindi concluso: “Agli inizi di agosto arriva una nota, a firma del dottore Urbani, in cui si sollecitavano tutte le Regioni a inviare i programmi operativi Covid, un ulteriore sollecito perveniva a tutte le Regioni il 12 novembre indicando la data del 17 novembre entro cui tutte le Regioni italiane dovevano inviare questo programma operativo Covid, e questo significa che la Calabria non era l’unica regione in questa condizione”.

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