Drive in di protesta il ritorno: più chiassoso e partecipato del primo

Sanità pubblica e Gino Strada Commissario: un auspicio e un’occasione persa a metà

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    Rispetto all’ultimo “Drive in” di protesta nel piazzale-parcheggio della Cittadella regionale per invocare una sanità migliore e a misura di calabrese, due novità e mezza nell’happening 2 di “Sana Calabria”, dando per scontato che caos sanità era settimana scorsa e consolidato disordine è oggi.

    Primo: le luci interne del Palazzo, anche quelle al dodicesimo piano, erano accese, per cui se non altro il frastuono dei clacson sarà giunto in alto loco; secondo: il cordone di forze dell’ordine, pur sempre discreto, era più consistente e anche più attrezzato, fornito di telecamere per riprendere, non si sa mai, la manifestazione nonostante sia stata a detta degli  organizzatori “la più sicura, civile e democratica” possibile, nel giorno in cui i nuovi contagi si sono avvicinati pericolosamente al numero fatidico di mille.

    L’altra novità è mezza non perché meno importante, anzi, ma perché più che altro costituisce incoraggiante sorpresa: il numero di partecipanti, conteggiato in posti auto, è risultato il doppio rispetto a sabato. “Dai con i clacson” era l’obbligo partecipativo, e assordante sinfonia di trombe acustiche è stato, a sottolineare il concetto fondamentale ribadito da uno striscione a caratteri rossi su fondo bianco: “Gino Strada commissario”. Non perché qualcuno dei promotori nutra inutili speranze sulla titolarità dell’incarico al medico milanese. Tutti si dichiarano parzialmente soddisfatti dell’accordo raggiunto da Emergency, la creatura umanitaria di Strada, con la Protezione Civile. Strada permane nelle parole e negli intendimenti di tutti i promotori e sostenitori di “Sana Calabria” come occasione perduta, come configurazione insoddisfatta dell’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto. A dispetto di quanti, anche autorevoli, negli ultimi giri di valzer televisivi hanno voluto prendere le distanze da Strada come Commissario. Con i toni sarcastici del facente funzioni Nino Spirlì“Strada Commissario? Dovranno passare sul mio corpo. Non dobbiamo scavare pozzi nel deserto”. E con i toni più pensosi del procuratore capo Nicola Gratteri: “Strada? Non va bene per la Calabria. So le cose straordinarie che ha fatto in Africa, ma il problema in Calabria non sono gli ospedali da campo, ma le ruberie e l’acquisto dei materiali medici. C’è bisogno di un manager, non di un medico. E non c’è bisogno nemmeno di ospedali da campo come se fossimo in Afghanistan. Come commissario, andrebbe bene un calabrese emigrato per fame, che ha fatto i concorsi al nord perché non ha voluto fare i concorsi deviati dalle mafie al sud”. A Spirlì ha risposto tra gli altri, Eugenio Occhini, che lo ha rassicurato: “Strada non scaverà pozzi, anche perché non lo ha mai fatto. E in ogni modo gireremo intorno alla sua sagoma”.

    Ancora più risentite le critiche a Gratteri: Giampaolo Stanizzi, avvocato del Foro di Catanzaro: “Ho immensa stima per il dottor Gratteri. Ancora una volta in televisione dalla Gruber ha lanciato un messaggio negativo sulle categorie professionali. Io sono qui per gridare che in Calabria ci sono le professionalità adatte a fare uscire la sanità e le attività imprenditoriali e professionali della Calabria dal fango in cui politica e governo ci hanno portato. Rivendico un Commissario che qui è nato, qui è cresciuto e qui sta soffrendo come tutti noi”.

    E Marcello Barillà, che a nome di tutto il Comitato spontaneo ha riassunto le sue determinazioni: ”Come calabresi, affermiamo con forza il nostro essere cittadini italiani, con capacità di discernimento, di analisi critica e di autodeterminazione; quindi rifiutiamo qualunque visione che prescinda da questa premessa. E in quanto cittadini consapevoli non accettiamo di rimanere più oltre stritolati tra le esigenze contabili e l’asfissiante paura indotta che tutto sia ‘ndrangheta”. “Come calabresi – ha specificato Barillà – riaffermiamo con forza il nostro diritto ad avere un servizio sanitario pubblico, efficace ed efficiente, che non produca sprechi ma spesa di qualità, che in quanto tale non è mai spreco, se in gioco c’è la salute della gente. Da questo punto di vista è tempo di guardare concretamente, almeno in prospettiva, al superamento del regime commissariale, che finora, con approccio arido e ragionieristico, ha prodotto solo ed esclusivamente tagli lineari in danno dei più basilari livelli essenziali di assistenza. È evidente che il governo si accinge a nominare un commissario straordinario. Non lo giudicheremo a priori, né con pregiudizio; ma di sicuro non resteremo passivi, né aspetteremo che sia l’includente e screditata classe politica vista fin qui a valutarne le scelte. Per questo auspichiamo che il governo decida con oculatezza, buon senso ma soprattutto libero da condizionamenti di parte o da pressioni lobbistiche poco trasparenti. C’è un solo interesse in campo ed è quello generale che noi sentiamo il dovere di difendere, non come eroi ma come parte integrante di una collettività”.

    Altri hanno dato il loro contributo alla serata: Jasmine Cristallo: “Sapendo dell’arrivo di Gino Strada dopo l’accordo di Emergency, stanotte ho dormito più tranquilla”, Aldo Perrotta ingegnere, Claudia Olivadese attrice di teatro. E poi le musiche di rabbia e di lotta: “Ma cchi ti lamenti// Pigghia u bastuni e tira fori li denti”, la ballata di Francesca Prestia: “Siamo Zona Rossa// e non per i peperoncini”; il chiassoso doppio carosello finale di auto, fanali, clacson e cartelli sul cofano: “Basta Spirlate” ha vinto il premio per il neologismo.

     

     

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