Tra Lamezia Terme e Torino operazioni fraudolente nel settore dei rottami del ferro da 18 milioni di euro

L'associazione che operava in questa maniera è risultata composta da 17 aziende e 22 individui

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    Fatture vere per operazioni inesistenti legati al settore dei rottami di ferro: un giro d’affari di 18 milioni di euro che ha permesso di sottrarne oltre 2,5 al Fisco. Ruota intorno a queste cifre l’indagine della Guardia di Finanza di Torino che ha portato all’esecuzione di 8 misure cautelari e perquisizioni a 22 persone, 3 delle quali risultavano in condizioni economiche tali da percepire il reddito di cittadinanza. Sotto sequestro sono finiti beni per quasi 3,5 milioni di euro.

    guardia di finanza

    Le indagini delle Fiamme Gialle – coordinate dal procuratore aggiunto, Marco Gianoglio e dirette dal pubblico ministero, Francesca – sono andate avanti per 2 anni, fino a stringere il cerchio attorno ai responsabili utilizzando anche intercettazioni telefoniche e telematiche. Ne sono emersi comportamenti di evasione sistematica delle imposte, facendo figurare società inesistenti che avevano l’unico scopo di emettere fatture per operazioni fantasma.

    Già nel 2015, il gruppo di persone scoperte dalla Finanza aveva acquisito un impianto di trattamento dei rifiuti, tali si considerano i rottami ferrosi non ancora trattati, a copertura del sistema fraudolento, costituendo, parallelamente, diverse aziende cartiere e “filtro” che si sono dedicate, stabilmente, all’attività di emissione di fatture per operazioni inesistenti per quasi di 18 milioni di euro.

    Allo stesso tempo i membri dell’organizzazione coordinavano un gruppo di persone che aveva il compito di recuperare il denaro corrisposto dalle società beneficiarie della frode, prelevandolo in contanti presso i vari uffici postali dove erano stati accesi specifici conti correnti.

    L’associazione che operava in questa maniera è risultata composta da 17 aziende e 22 individui: 3 degli indagati, peraltro, percepivano il reddito di cittadinanza, 5 sono finite ai domiciliari e 3 con obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.

    Le Fiamme gialle torinesi, nel corso dell’esecuzione del provvedimento, hanno perquisito abitazioni ed aziende in vari comuni della provincia di Torino e nella città di Lamezia Terme, sequestrato disponibilità finanziarie e beni per oltre 2,5 milioni di euro nei confronti delle 10 società utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti, i cui rappresentanti sono stati indagati a piede libero, e per oltre 800.000 euro – provento illecito per l’emissione delle fatture false e per l’organizzazione della frode – nei riguardi delle 3 imprese emittenti i documenti fiscali mendaci, i cui 8 rappresentanti, sia “formali” sia reali, sono stati attinti anche dalle misure cautelari personali.

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