Sant’Anna Hospital, l’allarme di Chiefalo: “Inaccettabile il fermo delle prestazioni sanitarie”

"Ci aspettiamo la conservazione dei livelli di prestazione sanitaria"

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    E’ di queste ore la notizia dell’imminente probabile fermo delle prestazioni sanitarie del Sant’Anna Hospital di Catanzaro. A lanciare l’allarme è, anche, Antonio Chiefalo.
    “In questa strana regione riusciamo a mandare al macero anche le poche eccellenze di cui possiamo vantarci.
    E’ semplicemente inaccettabile che la dialettica politica regionale di queste settimane si consumi dietro le tattiche elettorali di questo come di quello schieramento politico, di questa come di quella iniziativa civica, per poi lasciare sullo sfondo argomenti di vitale importanza per il “sistema Calabria” – si legge nella nota.
    Facile inzuppare il biscotto nel gustoso caffelatte della nostra sanità per poi scoprire quanto complicato sia affrontare temi concreti e assumere posizioni decise. L’ente Regione ha debiti per milioni di Euro con il Sant’Anna Hospital e la stessa struttura, già al centro di importanti problemi e con un personale che mai ha fatto mancare il proprio supporto nonostante abbia avuto importanti ritardi nei pagamenti di alcuni stipendi, comunica la sospensione delle attività sanitarie -tra meno di dieci giorni- assurdamente per crisi di liquidità!
    Sant’Anna Hospital è una eccellenza sanitaria di fama nazionale, capace di contrastare buona parte di quel deleterio fenomeno della migrazione sanitaria che alimenta voragini di bilancio come letali colpi al sistema regionale di tutela della salute, spingendo sempre più in basso i LEA locali.  Sono questi gli ambiti nei quali la politica deve fare il proprio mestiere e nonostante la nostra sia una sanità commissariata e benché la Giunta regionale sia in fase di termine lavori, non possono non trovare spazio di compensazione, nelle aree di competenza, le questioni relative al Sant’Anna Hospital.
    Il management aziendale sembra abbia richiesto l’apertura di più tavoli di confronto a tutti i livelli istituzionali, compreso la richiesta di avvio di una conferenza di servizi. Ora si attende il doveroso riscontro a tutela e conservazione dei livelli di prestazione sanitaria cosi come storicamente performata dalla clinica catanzarese, a difesa dei trecento dipendenti, a protezione di un importate indotto -mai come ora sotto pressione per la crisi pandemica in atto-, a difesa, ancora, della dignità di tutta una Regione che ha il diritto di riabilitarsi dopo le magre figure inanellate una dietro l’altra nelle scorse settimane. Abbiamo le tasche piene di rassegnazione. Abbiamo le tasche piene… di parole vuote”.

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