L’emergenza Covid rallenta la sorveglianza dell’influenza

E' quanto emerge dall'ultimo bollettino Influnet, pubblicato dall'Istituto superiore di sanità

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    L’emergenza Covid-19 sta rallentando la sorveglianza dell’influenza, al punto che il relativo servizio non è stato ancora attivato in Sardegna, Campania, Calabria e nelle province autonome di Bolzano Trento. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino Influnet, pubblicato dall’Istituto superiore di sanità (Iss).

    I dati indicano inoltre che nella prima settimana del 2021 continua a non circolare il virus dell’influenza e che le sindromi simil influenzali risultano cinque volte più basse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno , di cui si contano complessivamente 86.000 casi dal 4 al 10 gennaio. Mentre un anno fa in Italia, il virus influenzale galoppava, quest’anno non fa registrare neanche un caso da inizio stagione, secondo i dati del Sistema di Sorveglianza Integrata dell’Influenza, coordinato da Antonio Bella.

    In particolare, dal 4 al 10 gennaio 2021, in tutte le Regioni italiane che hanno attivato la sorveglianza, sono stati analizzati 121 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori della rete InfluNet e nessuno è risultato positivo al virus influenzale. Tra i 121 campioni, invece, 16 sono risultati positivi al Sars-CoV-2 (201 dall’inizio della sorveglianza), a conferma della similitudine di sintomi inziali tra le due malattie. L’incidenza delle sindromi simil-influenzali si mantiene stabilmente sotto la soglia di base, con 1,4 casi per mille assistiti a fronte dei 6,6 che si registrava nella scorsa stagione in questa stessa settimana. Rapportando l’incidenza ai numeri della popolazione generale, si stimano 86.000 casi di sindromi simil influenzali, per un totale di circa 1.427.000 casi da metà ottobre a oggi. A trainare i contagi sono, come si verifica ogni anno e diversamente da quanto accade per il Sars-Cov-2, i bambini piccoli: se complessivamente l’incidenza è di 1,4 casi per mille assistiti, nella fascia di età 0-4 anni è  pari a 2,24, mentre è sensibilmente più bassa negli altri gruppi di popolazione, inclusi adolescenti e anziani.

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