Il “Tour fra le incompiute” della FenealUil Calabria fa tappa a Simeri Crichi

Focus sui ritardi infrastrutturali del territorio e sulle priorità della categoria

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    Si è chiuso a Simeri Crichi, lungo la Statale 106, il “Tour fra le incompiute” della FenealUil Calabria. Il segretario generale Mariaelena Senese, accompagnata da Gaetano Tomaselli e Vittorio Vattini, ha posto l’accento sui ritardi infrastrutturali del territorio e sulle priorità della categoria.

    In particolare il segretario generale della FenealUil Calabria ha richiamato l’attenzione della politica nazionale e regionale sulle tante incompiute presenti sul territorio di Catanzaro, a partire dalla diga di Gimigliano, e sulla necessità, poi volte rappresentata, di completare il tracciato della nuova Strada statale 106.

    “Chiediamo – ha detto Mariaelena Senese – un’accelerazione sui lavori di realizzazione del tratto della Strada statale 106 compreso fra lo svincolo di Simeri Crichi e quello di Passovecchio. Ciò consentirebbe di realizzare un collegamento più veloce e sicuro fra Catanzaro e Crotone e, allo stesso tempo, assecondare le necessità crescenti di mobilità del territorio e aiutare le sue potenzialità turistiche e culturali”.

    Durante il suo intervento, poi, Mariaelena Senese ha focalizzato la sua attenzione sulla diga di Gimigliano: la diga sul lago fantasma, per ricordare a tutti come questa sia “l’incompiuta più disastrosa non solo della Calabria ma di tutta la Penisola. Un’opera sulla quale tutta la politica si è impegnata ma che, sino ad oggi, non ha visto la luce”.

    A Simeri Crichi, accanto a Mariaelena Senese, c’era anche il Segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, accompagnato dal Segretario organizzativo Francesco De Biase.

    “La politica – ha detto Santo Biondo – non manchi l’occasione del Recovery plan, ci ascolti e lavori per rilanciare infrastrutturalmente, socialmente ed economicamente la Calabria, per liberarla da giogo mafioso, aiutarla a recuperare il gap con il resto dell’Italia ed aprirla all’Europa. La Regione non si arrocchi su posizioni difensive inaccettabili, si apra al confronto con il partenariato economico e sociale e liberi la programmazione europea dai ragionamenti fra pochi intimi, proiettandola in un ragionamento ampio e costruttivo con le parti sociali e tutti gli stakeholder coinvolti”.

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