Basso Profilo, eliminata l’aggravante mafiosa per Luciano D’Alessandro

Secondo l’accusa l'uomo era da ritenere responsabile di essersi associato con altri soggetti e di aver partecipato ad un’operazione in Albania

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    Il Tribunale del Riesame ha emesso un’ordinanza relativa alla posizione di Luciano D’Alessandro, figlio del finanziere anche lui indagato nell’operazione c.d. “Basso Profilo”, l’indagine che ha coinvolto sia esponenti delle cosche mafiose del crotonese e del catanzarese, che politici anche di rilievo nazionale, nonché imprenditori e dipendenti della Pubblica Amministrazione.

    Con l’ordinanza emessa oggi il Tribunale della Libertà ha attentamente riesaminato la posizione di Luciano D’Alessandro, il quale era detenuto presso la casa circondariale di Lecce, ed ha ritenuto di accogliere le istanze formulate dal difensore avv. Enzo De Caro eliminando l’aggravante mafiosa prevista dall’art. 416 bis. 1 c.p. e alleviando la posizione carceraria dello stesso al quale sono stati concessi gli arresti domiciliari presso il suo domicilio.

    D’Alessandro, secondo l’accusa, era da ritenere responsabile di essersi associato con altri soggetti e di aver partecipato ad un’operazione in Albania per la quale tutti gli associati si riproponevano di introdursi nei gangli della Pubblica Amministrazione al fine di trarre vantaggio per l’attività commerciale aperta in Albania.

    Con il provvedimento odierno la posizione D’Alessandro è stata notevolmente alleggerita e solo per questo è stato possibile un ridimensionamento sia dell’accusa che della posizione cautelare.

    Il difensore dell’indagato, avv. Enzo De Caro, si è dichiarato soddisfatto per il risultato ottenuto e soprattutto del ridimensionamento della misura cautelare.

    Secondo il collegio difensivo, del quale fanno parte anche gli avvocati Arcangelo De Caro, Davide De Caro e Maria Laura De Caro, la nuova ipotesi di reato, certamente meno grave rispetto a quella qualificata dal Gip, è il primo passo per una rimessione in libertà dell’indagato.

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